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mercoledì 28 agosto 2019


E' stato Massimo Bellucci (https://storiealtre.wordpress.com/) a farmi conoscere la storia del partigiano Giuseppe Grossi ucciso a Ripe (AN) la mattina del 9 giugno 1944. Sull'episodio ha scritto un bel racconto che mi ha inviato e da cui ho tratto alcune frasi e comunque l'ispirazione per il testo di quella che poi sarebbe diventata la canzone "Se fosse solo un nome". 
GIUSEPPE GROSSI - una vita, un ideale e una tragica morteCi siamo ritrovati domenica 9 giugno 2019 proprio accanto a quella che fu la casa di Giuseppe Grossi, e quello che fu anche il luogo dove ha trovato la morte per mano di qualcuno che ben lo conosceva, o conosceva comunque la sua abitazione; in mezzo ad altre case tutte abitate, con i vicini che hanno potuto sentire quello che stava accadendo, che accadeva nella piazza del loro piccolo paese così come nel resto d'Italia, che quando hanno potuto sono intervenuti ma spesso sono rimasti al sicuro, nascosti, a guardare. A volte si tenta di dimenticare, in special modo i ricordi che fanno male, ma bisogna al contrario riportare alla luce nomi ed eventi che hanno segnato il nostro recente passato, prima che la storia diventi mito, prima che la storia venga raccontata in altro modo, prima che la storia divenga racconto di fantasia. Poggiare i nostri piedi sugli stessi sampietrini dove altri hanno camminato, ripercorrere i loro passi e guardare il paesaggio che altri occhi hanno già visto...con la dovuta attenzione si potrà udire l'eco di tante parole rimbalzare da un muro all'altro mentre ci si incammina per le strette vie del paese. Ci sono sempre finestre socchiuse che mai nessuno avrà la voglia di spalancare e dietro qualcuno pronto ad origliare; nel testo della canzone in ascolto c'è un bambino, la mamma gli impone di allontanarsi dalla finestra perché ha intuito che fuori sta succedendo qualcosa di brutto e lui sente e si fa testimone finché anni dopo racconterà a qualcun altro quel che ha sentito: la storia di un nome, che non può essere solamente un nome.  

"Bisogna tornare alla mattina del 9 giugno 1944. Una camionetta di militi della Guardia Nazionale Repubblicana proveniente da Jesi arriva dal viale Umberto I, giunge in piazza Leopardi, i fascisti circondano la casa di Giuseppe Grossi, antifascista e partigiano. Lo chiamano a gran voce, i familiari sono terrorizzati, Giuseppe Grossi tenta una fuga dal lucernaio del tetto.
La sua casa è a ridosso del palazzo comunale, a fianco delle scale del palazzo comunale che salgono fino a sopra il livello del tetto della casa stessa. Proprio su queste scale lo stava aspettando un uomo che, vedendolo uscire, gli spara uccidendolo sul colpo. La meticolosa conoscenza del territorio e della sua casa è dovuta ad una sicura partecipazione di persone del posto. Giuseppe Grossi, falegname, appartenente ad una famiglia di onesti lavoratori, piuttosto discreta e riservata: secondo le testimonianze raccolte egli nei mesi precedenti ha combattuto lunghi mesi ad Arcevia, riesce tuttavia a sfuggire alle stragi di maggio, rientra a Ripe dove riprende la sua attività lavorativa. Poi l’aggressione; i familiari si mettono in fuga in qualche modo. Qualcuno raccoglie il corpo di Grossi che giace esanime sul tetto della sua casa e lo depone in una bara. Questo evento desta molto scalpore in quei giorni, ma viene subito dimenticato, un oblio che dura sino ai nostri giorni. Niente di ufficiale su questa figura è stato scritto o detto, per decenni.
Recentemente una pubblicazione a cura di Marco Severini intitolata “La Resistenza in una periferia” ha gettato una luce sulla storia della resistenza in questo specifico territorio comunale; precedentemente furono pubblicate ricerche del prof. Santoni e del sig. Lavatori con alcuni cenni alla vicenda. Ma fa riflettere che nei 71 anni intercorsi dalla Liberazione a oggi, non vi sia stata nessuna commemorazione, nessuna epigrafe, nessuna iniziativa volta a ricordare un uomo che ha sacrificato la propria vita per la libertà e la democrazia del nostro paese. Non è stato mai neanche officiato alcun rito funebre. In quei giorni concitati il corpo è stato raccolto e sepolto subito al cimitero, ma neanche successivamente è stata fatta alcuna cerimonia o commemorazione religiosa o civile come in altre circostanze analoghe invece è accaduto. Pensiamo che sia doveroso recuperare la memoria di questa figura tanto importante quanto dimenticata, in modo semplice, possibilmente senza retorica, come è nello stile della sua famiglia che ha custodito silenziosamente per anni questo dolore." da Associazione Generazioni Storie Orizzonti

SE FOSSE SOLO UN NOME

(testo e musica Silvano Staffolani – dedicato a Giuseppe Grossi ucciso a Ripe la mattina del 9 giugno 1944)

Non dirlo non dirlo ti prego non dirlo perché
ricordare quando fa ancora male.
Già lo sai come è fatto il paese da
dietro le persiane c’è chi sta ad ascoltare.
Se fosse solo un nome non staremmo qui a parlarne
Ma se fosse proprio il nome che conviene dimenticare

In giornate come questa se chiudo gli occhi a
volte riesco ancora a vederli e
quando c’è il giusto silenzio mi sembra anche di
sentirli lì a parlare e lo
fanno sottovoce e non capisco ma
poi riecheggia il suo nome non
ci si può non ci si può sbagliare lo
son venuti a cercare

Tutte le colpe dei miei pochi anni cosa
vuoi che siano se le confronti con le
brutte cose che le persone
son capaci di fare
Ho avuto la paura di sapere e la
stessa ancora mi assale se
penso che possono ritornare ma la
rabbia è più forte non la puoi fermare ma la
rabbia è più forte non la puoi fermare

Non dirlo non dirlo ti prego non dirlo perché
ricordare quando fa ancora male.
Già lo sai come è fatto il paese da
dietro le persiane c’è chi sta ad ascoltare.
Se fosse solo un nome non staremmo qui a parlarne
Ma se fosse proprio il nome che conviene dimenticare



1 commento:

  1. Grazie Silvano.Sono appena tornato dalla scalinata del comune di Trecastelli a Ripe dove Giuseppe è stato trucidato dai fascisti.Una breve ma emozionante presenza dell'Anpi, dell'Associazione combattenti e del Sindaco. Una semplice corona è stata posta sulla targa che lo ricorda.

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