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martedì 28 dicembre 2021

Ho pensato di mettere insieme alcune canzoni abbinandole a delle brevi storie, in qualche modo una incastrata all'altra come una sorta di puzzle. Messi insieme tutti i tasselli l'impressione potrebbe essere quella di aver passeggiato per un po' all'interno di uno strano angolo di mondo dove tutto si muove a rilento e le parole rincorrono le melodie. Se avete la curiosità di leggere/ascoltare le "storie ordinarie di un qualsiasi quartiere" riporto qui di seguito il link per scaricarvi liberamente il file .zip che contiene sia le canzoni in formato mp3 che l'opuscolo con i racconti e i testi con gli accordi dei brani. 



mercoledì 1 dicembre 2021

Si torna nelle strade, mercoledì 8 dicembre a Passatempo di Osimo con il Duo Acefalo.

domenica 22 agosto 2021

 


La registrazione audio del concerto tenuto dall'Ambrogio Sparagna Trio (Ambrogio Sparagnavoce, organetti - Valentina Ferraiuolotamburelli, voce - Erasmo Tregliatorototela, ghironda, ciaramella) il 20 agosto 2021 durante il 27° festival del folklore allo Sferisterio di Macerata. Buon ascolto. 


sabato 14 agosto 2021

“Amore amore, che m’hai fatto fare…” – canti delle campagne osimane raccolti da Leonello Spada a cura di Lino Palanca.

L’associazione culturale “Lo specchio” (www.specchiomagazine.it) ha appena pubblicato questo ennesimo ricchissimo volume frutto del lavoro di Lino Palanca, un vero instancabile appassionato di tradizioni e abile ricercatore, sempre attivo e attento a tutto ciò che rischia di sparire per sempre dal nostro ricordo e dunque fonte inesauribile di riscoperte tanto preziose quanto rare. Dopo un precedente volume del 2013 “le undici di notte e l’aria oscura…” interamente dedicato ai canti popolari raccolti intorno alla zona di Porto Recanati, ecco ora la trascrizione di tutta una serie (ce ne sono in totale 659) di stornelli o meglio : “Canti Populari dei Cuntadì Oseimani” perché è così che li aveva chiamati Leonello Spada collezionandoli e raccogliendoli in un suo manoscritto datato 1905 a cui aveva aggiunto queste avvertenze “Tutti questi canti furono uditi dal raccoglitore dalla viva voce dei contadini del contado di Osimo; la maggior parte non sono stati mai pubblicati, e quelli stampati nella raccolta del Gianandrea e in quella Salani non sono riportati fedelmente come vengono cantati, per cui si perdono assai del loro garbo natio. Sono stati trascritti perciò tali quali vengono cantati”. Ecco dunque che grazie a Lino Palanca e al suo paziente lavoro di ricerca dopo più di cento anni tornano ad essere disponibili per poter essere nuovamente letti, conosciuti e perché no, anche cantati. Si potrebbe definire questa raccolta una sorta di “bibbia del canto popolare osimano” andandosi così finalmente, a colmare una lacuna bibliografica nel nostro territorio. Nella copertina un dettaglio di un dipinto di Guglielmo (Elmo) Cappannari, altro autore che tanto ha fatto per divulgare il patrimonio di cultura popolare osimano e nel retro copertina un disegno di Leonello Spada con raffigurato il mondo agricolo del suo tempo con due personaggi intenti sicuramente a cantare oltre che a lavorare; attività non più conciliabili purtroppo come rimarcato da Lino Palanca nella sua introduzione allo scritto.

Per avere il libro che è disponibile tramite una donazione libera, potete mandare una mail a : info@associazionelospecchio.it oppure attendere una qualche presentazione sperando possano essere numerose ché certi canti hanno bisogno di tornare in tutte le piazze. 





 

sabato 7 agosto 2021



“Mal’anconìa – Mal d’Ancona” – di Fabio Maria Serpilli 

    – puntoacapo Editrice aprile 2021 - 


LADRO                                             LADRO

Io i verzi l’ho robati a la vita               Io i versi l’ho rubati alla vita

a la cità, al mare, io                           alla città, al mare, io

non ho inventato gnente                    non ho inventato nulla

ché tutu era già lì                               ché tutto era già lì

da tuto el tenpo                                  da sempre

Parole dete a gràtise da la gente       Parole dette gratis dalla gente

io l’ho ‘cròlte al volo                            io le ho raccolte al volo

senò sarìene spèrze…                       sennò si sarebbero disperse…

Stanotte ho inteso le case                  Questa notte ho sentito le case

discùre in dialeto                                parlare in dialetto

ma nun pudria ridì                              ma non potrei ripetere

quel c’hane deto                                 quello che hanno detto

‘ntra loro                                             fra di loro

 

A chi (marchigiano e non) è appassionato di poesia, e allo stesso modo del mondo del dialetto (o dei dialetti) non sarà sfuggito di imbattersi nelle opere di Fabio Maria Serpilli o comunque di aver avuto a che fare con una delle sue tante iniziative a favore di tali soggetti. In questa sua ultima pubblicazione vengono raccolte poesie scritte nell’arco di parecchi anni, un po’ tutte incentrate su un luogo quasi mitologico : Ancona e il suo territorio fatto di vie e di persone, di strade e sentimenti, di scorci e intuizioni, di suoni e di parole insomma vivo, sia sotto il sole che tutto porta alla luce che nelle ombre che tutto mascherano. Da attento, pacato e cortese osservatore l’autore è capace di dare voce agli angoli dimenticati dallo sguardo distratto del viandante, di ascoltare l’eco dei passi di chi ha percorso strade ormai diventate antiche, di vedere i riflessi di tanti personaggi “comuni” eppure straordinari che hanno lasciato una impronta nell’anima che in qualche modo si fa riconoscente.

Tutte le poesie sono presentate nella versione come scritta in dialetto anconetano (anzi: ancunetà) che nella traduzione in italiano, peraltro altrettanto curata; difficile quale scegliere, entrambe belle e meritevoli; è consigliabile dunque una lettura a cui far seguire una “rilettura” passando dall’una all’altra. Il tempo deposita polvere sopra tutto e tutti, ciò che era solito brillare diviene opaco, stessa sorte per i dialetti che perdono la loro immediatezza e spontaneità per divenire parole da ricercare e suoni da evocare, per fortuna con certe pubblicazioni quel che splendeva di luce propria ora torna ad essere illuminato e i versi si fanno musica da ascoltare dopo essere stata sentita e trascritta a sua volta.

Forse è quel tempo che passa fonte di malinconia eppure…di fronte alla poesia i rintocchi dell’orologio si fanno più lenti ed emettono un suono ovattato, rallentano anche le lancette fino a fermarsi del tutto, perse nell’ascolto. Il poeta diviene padrone del tempo e lo rende sua dimora, da buon padrone di casa ce ne consente la visita in suo compagnia. Grazie Fabio Maria Serpilli è un vero piacere essere ospite a casa sua.

Per ogni ulteriore informazione su Fabio Maria Serpilli potete visitare la sua pagina web raggiungibile a questo indirizzo : https://www.fabioserpilli.it/ oppure potete contattarlo direttamente al numero 335-8193657 così vi potrà dare ogni indicazione su come poter avere il libro.



lunedì 7 giugno 2021

“Il Saltarello nel Piceno” – una storia da conoscere e tramandare – guida all’apprendimento del Saltarello Piceno – di Cecchini / Latini / Pietrzela –

Per parlare di questo libro vorrei riportare un breve passo di una intervista che è presente al suo interno, viene ricordato un suonatore di organetto con le parole di suo figlio: “Mio padre era una persona molto severa e a volte burbera; da piccolo, ricordo, che ero davvero contento quando suonava perché era l’unico momento in cui lo vedevo sorridere”In questo ricordo vive l’essenza della musica popolare e con essa tutto il mondo fatto di suoni, canti, balli e momenti in cui la vita offre l’allegria e la spensieratezza necessarie per affrontare al meglio anche il resto. L’evasione dai problemi quotidiani, l’energia ritrovata nonostante la stanchezza del lavoro, il piacere della compagnia e della riscoperta di sé nei rituali sociali; ecco cosa poteva (e può ancora) rappresentare il Saltarello, questo ballo antico che attinge le sue origini addirittura al mito della Sibilla e delle sue ancelle fate ballerine. Marco Pietrzela con passione è andato alla ricerca di fonti letterarie storiche e degli ultimi depositari dei ricordi del passato da intervistare, filtrando il tutto con la sua professione che alla musica è legata è riuscito a ripercorrere la storia di questo ballo raccontando il tutto con leggerezza quasi come i “racconti intorno al fuoco” che si usavano alle veglie. Ecco dunque che veniamo a scoprire come dagli strumenti ad arco si sia passati all’organetto e come dall’insegnamento da padre a figlio si sia ormai arrivati alle scuole anche per il Saltarello. All’interno del libro oltre ai tanti frammenti raccolti dai resoconti riportati nelle pubblicazioni dell’epoca ci sono anche le interviste che Marco Pietrzela ha collezionato sul territorio; c’è un campionario fotografico davvero rilevante per capire perfino l’abbigliamento che caratterizzava quel mondo popolare presso cui il Saltarello era di casa. Per gli appassionati non manca tutta una parte dedicata alla spiegazione, passo dopo passo (o dovremmo dire salto dopo salto?) delle figure della danza con schemi e fotografie che non possono che spingere a desiderare di tentare di ballarlo questo Saltarello sì perché il fine è proprio quello, non solo un documento a testimonianza di quel che è stato ma anche una spinta affinché nasca la voglia di conservarlo attraverso l’unico modo: praticarlo. In questa seconda parte del libro per spiegare i vari passi a Marco si affiancano Fabrizia Latini e Tibor Cecchini (entrambi bravissimi ballerini) e pur se non lo raccontano si capisce già anche dalle foto che la prima lezione di ballo loro te la danno immediatamente non appena li incontri : sappiate sorridere, perché senza il sorriso ogni passo risulterà comunque inevitabilmente sbagliato. 

Per avere il libro contattate l'autore attraverso la sua pagina ufficiale : https://pietrzela.wixsite.com/pietrzelamarco/contact





 

lunedì 24 maggio 2021

“Nell’incontro con la sofferenza psichica una parola inopportuna può avere l’effetto di un microbo in patologia generale”. Sono parole contenute nello scritto del Prof. Alberto Tornati, introduttivo al libro di Lorena Bianchi “il viaggio non è privo di ombre – 12 racconti di vita in psicoterapia”. Forse è proprio il caso di riflettere sulla potenza e pericolosità delle parole che se usate in maniera superficiale e inopportuna possono causare danni, d’altronde “le parole sono pietre” già lo scriveva Carlo Levi e allora forse è il caso di rivalutare anche il silenzio. Nei 12 intrecci di vita narrati il silenzio è quello di chi si trova di fronte a storie di sofferenza mantenendo il giusto senso del pudore e del rispetto altrui che trattengono dal giudicare ma consentono un attento e partecipato ascolto. Probabilmente non è possibile annullare l’empatia umana e non lasciarsi toccare dal senso di disagio nel percepire il dolore altrui, ascoltare non significa solamente udire ma piuttosto sentire quel che l’altro dice, senza necessariamente prendere posizione ma aiutare ad analizzare e spiegare il significato delle parole pronunciate. Le 12 storie hanno in comune il fatto di narrare come la problematica dell’uno non manca di segnare anche le persone che ruotano attorno al protagonista e il “microbo” si espande se non lo si individua, se non lo si rende reale dandogli un nome. Tulle le analisi della dott.ssa Lorena Bianchi, sia introduttive al caso sia nella narrazione stessa anche in forma di dialogo, sono seguite dalle note di Luigi Maria Piarulli ed eccoli i nomi : BALBUZIE, ESSERE ADOLESCENTI, PERDONARE, L’ABBRACCIO PRIMORDIALE, AMORE INSANO, ESSERE GENITORE, PREGIUDIZIO, DESIDERIO, IL TRAUMA, ANORESSIA, LA MENZOGNA, DEPRESSIONE. Può una sola parola condensare una storia? Certo che può e a volte può addirittura racchiudere una vita intera. Lorena Bianchi riesce a narrare facendo sì che il lettore si senta parte egli stesso di queste sedute di psicoterapia perché quel che racconta è il vissuto non di un singolo individuo ma di uno dei tanti che siamo anche noi e chi ci è intorno perché nessuno porta una diagnosi scritta in fronte, perché forse non esistono diagnosi ma solo i silenzi che sono necessari all’ascolto e la lettura è anch’essa esercizio di silenzio. Ogni frase è accuratamente scelta, non ci sono pensieri fuori posto e leggere è portare equilibrio in queste storie di vite malconce a cui ci affacciamo come spettatori senza mai guardare negli occhi i protagonisti, magari però ci sentiremo spinti a cercare lo sguardo di chiunque ci capiterà di incontrare d’ora in poi anche per un solo istante, senza la necessità di pronunciare neanche una parola.

Lorena Bianchi “il viaggio non è privo di ombre – 12 racconti di vita in psicoterapia” – prefazione di Michela Morri - Raffaelli Editore 2021 



 

lunedì 3 maggio 2021


Raccontare una storia terribile con tenerezza, con la stessa tenerezza con cui si tiene in braccio un bambino per farlo addormentare, sussurrando parole che dolcemente lo possano accompagnare mentre già chiude gli occhi. Raccontare una storia terribile che sarebbe bello immaginare solamente come una favola, se non fosse che in realtà più che una fiaba è il mostrare un destino crudele che si compie e continua a ripetersi perché sembra non esserci verso di cambiarlo e allora? Perché continuare a narrarle certe storie? Perché, fortunatamente, c’è chi non può fare a meno di farsi domande e continuare a mostrare quello che in tanti non riescono a trovare il tempo, la voglia, l’occasione per vedere. Mauro Riccioni, autore de “Lettera di una bambina in fondo al mare”, ci presenta e ci fa affezionare pagina dopo pagina ad Akanke, una bimba africana a cui non si può non voler bene, d’altronde il significato del suo nome “basta conoscerla per amarla” già racconta tutto di lei. Dicevamo però che questa non è una favola, e non tutto va come vorremmo. Gli orrori contemporanei di cui noi tutti siamo testimoni sembrano quasi inevitabili, forse per l’assuefazione a cui siamo costretti dal pensiero che non spetta a noi agire e che la responsabilità è sempre di qualcun altro eppure…non è così distante il mondo di Akanke e forse anche grazie a queste pagine si può guardare in modo diverso a questa povera umanità : “ed io ero lì, ad aspettare che qualcuno mi tendesse una mano. Ma nulla” racconta Akanke e chi potrà mai essere quel qualcuno? Riga dopo riga il lettore questa domanda se la farà, come è successo anche a me e la risposta può solo essere che quel qualcuno siamo ciascuno di noi. Lì, nel punto in cui il sole incontra la superficie del mare e si riflette sull’acqua con una scia tremolante, sembrerà di scorgerla Akanke mentre racconta la sua storia a chi sa ascoltarla e basterà quel solo attimo perché tanto “basta conoscerla per amarla” e se vi scoprite commossi durante la lettura non vergognatevene perché non bisogna mai vergognarsi della propria umanità.

“Mauro Riccioni è un avvocato, appassionato di politica e archeologia, amante di lettura e scrittura, cultore della bellezza e nemico delle ingiustizie. Nelle Marche, dove vive e lavora, ha ricoperto cariche politiche di vertice e amministrato diversi enti locali. Tra questi, il piccolo Comune di Gagliole (MC), dove ha rinunciato all’indennità di Sindaco devolvendola ai servizi sociali del Comune, in un’esperienza di cui si è parlato molto che ha raccontato nel libro Il Sindaco Gratis (Dissensi, 2016). Lettera di una bambina in fondo al mare è il suo romanzo di esordio nella scrittura narrativa. Il tema della solidarietà verso i più deboli quello che lo anima da una vita. “

Per acquistare il libro : 

https://www.facebook.com/LetteraDiUnaBambinaInFondoAlMare/

https://www.mauroriccioni.com/

 Una parte del ricavato andrà in beneficenza per la realizzazione di pozzi in Togo (grazie all alla Charity in The World ed al suo Presidente Raffaele Brattoli), dove principalmente bambini muoiono per la dissenteria, bevendo acqua putrida.



Qui avevamo presentato il precedente libro di Mauro Riccioni :

https://cartolinedautore.blogspot.com/2018/06/quando-mi-dici-che-la-guerra-la-fanno.html

martedì 30 marzo 2021

Sabato 20 marzo 2021 abbiamo fatto una bella chiacchierata con Carlo di Thunder Music Radio, il programma si chiama "raccontami" e di cose ne abbiamo raccontate davvero parecchie. Buon ascolto / visione.








 

lunedì 22 marzo 2021

DUO ACEFALO ospiti di OSIMOWEB

Il 22 febbraio 2021 siamo stati ospiti negli studi di Osimo Web (https://www.osimoweb.it/) per una piacevole intervista curata da Alessandro Pellegrini. "Sette note" è il nome del programma e ciascuna di esse ha offerto lo spunto per le domande a cui abbiamo risposto, aggiungendo anche un po' della nostra musica. Buon ascolto / buona visione.