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sabato 7 agosto 2021



“Mal’anconìa – Mal d’Ancona” – di Fabio Maria Serpilli 

    – puntoacapo Editrice aprile 2021 - 


LADRO                                             LADRO

Io i verzi l’ho robati a la vita               Io i versi l’ho rubati alla vita

a la cità, al mare, io                           alla città, al mare, io

non ho inventato gnente                    non ho inventato nulla

ché tutu era già lì                               ché tutto era già lì

da tuto el tenpo                                  da sempre

Parole dete a gràtise da la gente       Parole dette gratis dalla gente

io l’ho ‘cròlte al volo                            io le ho raccolte al volo

senò sarìene spèrze…                       sennò si sarebbero disperse…

Stanotte ho inteso le case                  Questa notte ho sentito le case

discùre in dialeto                                parlare in dialetto

ma nun pudria ridì                              ma non potrei ripetere

quel c’hane deto                                 quello che hanno detto

‘ntra loro                                             fra di loro

 

A chi (marchigiano e non) è appassionato di poesia, e allo stesso modo del mondo del dialetto (o dei dialetti) non sarà sfuggito di imbattersi nelle opere di Fabio Maria Serpilli o comunque di aver avuto a che fare con una delle sue tante iniziative a favore di tali soggetti. In questa sua ultima pubblicazione vengono raccolte poesie scritte nell’arco di parecchi anni, un po’ tutte incentrate su un luogo quasi mitologico : Ancona e il suo territorio fatto di vie e di persone, di strade e sentimenti, di scorci e intuizioni, di suoni e di parole insomma vivo, sia sotto il sole che tutto porta alla luce che nelle ombre che tutto mascherano. Da attento, pacato e cortese osservatore l’autore è capace di dare voce agli angoli dimenticati dallo sguardo distratto del viandante, di ascoltare l’eco dei passi di chi ha percorso strade ormai diventate antiche, di vedere i riflessi di tanti personaggi “comuni” eppure straordinari che hanno lasciato una impronta nell’anima che in qualche modo si fa riconoscente.

Tutte le poesie sono presentate nella versione come scritta in dialetto anconetano (anzi: ancunetà) che nella traduzione in italiano, peraltro altrettanto curata; difficile quale scegliere, entrambe belle e meritevoli; è consigliabile dunque una lettura a cui far seguire una “rilettura” passando dall’una all’altra. Il tempo deposita polvere sopra tutto e tutti, ciò che era solito brillare diviene opaco, stessa sorte per i dialetti che perdono la loro immediatezza e spontaneità per divenire parole da ricercare e suoni da evocare, per fortuna con certe pubblicazioni quel che splendeva di luce propria ora torna ad essere illuminato e i versi si fanno musica da ascoltare dopo essere stata sentita e trascritta a sua volta.

Forse è quel tempo che passa fonte di malinconia eppure…di fronte alla poesia i rintocchi dell’orologio si fanno più lenti ed emettono un suono ovattato, rallentano anche le lancette fino a fermarsi del tutto, perse nell’ascolto. Il poeta diviene padrone del tempo e lo rende sua dimora, da buon padrone di casa ce ne consente la visita in suo compagnia. Grazie Fabio Maria Serpilli è un vero piacere essere ospite a casa sua.

Per ogni ulteriore informazione su Fabio Maria Serpilli potete visitare la sua pagina web raggiungibile a questo indirizzo : https://www.fabioserpilli.it/ oppure potete contattarlo direttamente al numero 335-8193657 così vi potrà dare ogni indicazione su come poter avere il libro.



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