Stranger! If you, passing, meet me, and desire to speak to me, why should you not speak to me? And why should I not speak to you? (Walt Whitman 1819-1892 Leaves of Grass 1900)
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martedì 28 dicembre 2021
domenica 22 agosto 2021
sabato 14 agosto 2021
“Amore amore, che m’hai
fatto fare…” – canti delle campagne osimane raccolti da Leonello Spada a cura
di Lino Palanca.
L’associazione culturale “Lo
specchio” (www.specchiomagazine.it)
ha appena pubblicato questo ennesimo ricchissimo volume frutto del lavoro di
Lino Palanca, un vero instancabile appassionato di tradizioni e abile ricercatore,
sempre attivo e attento a tutto ciò che rischia di sparire per sempre dal
nostro ricordo e dunque fonte inesauribile di riscoperte tanto preziose quanto rare.
Dopo un precedente volume del 2013 “le undici di notte e l’aria oscura…”
interamente dedicato ai canti popolari raccolti intorno alla zona di Porto
Recanati, ecco ora la trascrizione di tutta una serie (ce ne sono in totale
659) di stornelli o meglio : “Canti Populari dei Cuntadì Oseimani” perché è
così che li aveva chiamati Leonello Spada collezionandoli e raccogliendoli in
un suo manoscritto datato 1905 a cui aveva aggiunto queste avvertenze “Tutti questi canti furono uditi dal
raccoglitore dalla viva voce dei contadini del contado di Osimo; la maggior
parte non sono stati mai pubblicati, e quelli stampati nella raccolta del
Gianandrea e in quella Salani non sono riportati fedelmente come vengono
cantati, per cui si perdono assai del loro garbo natio. Sono stati trascritti
perciò tali quali vengono cantati”. Ecco dunque che grazie a Lino Palanca e
al suo paziente lavoro di ricerca dopo più di cento anni tornano ad essere
disponibili per poter essere nuovamente letti, conosciuti e perché no, anche
cantati. Si potrebbe definire questa raccolta una sorta di “bibbia del canto
popolare osimano” andandosi così finalmente, a colmare una lacuna
bibliografica nel nostro territorio. Nella copertina un dettaglio di un dipinto
di Guglielmo (Elmo) Cappannari, altro autore che tanto ha fatto per divulgare
il patrimonio di cultura popolare osimano e nel retro copertina un disegno di
Leonello Spada con raffigurato il mondo agricolo del suo tempo con due
personaggi intenti sicuramente a cantare oltre che a lavorare; attività non più
conciliabili purtroppo come rimarcato da Lino Palanca nella sua introduzione
allo scritto.
Per avere il libro che è disponibile tramite una donazione libera, potete mandare una mail a : info@associazionelospecchio.it oppure attendere una qualche presentazione sperando possano essere numerose ché certi canti hanno bisogno di tornare in tutte le piazze.
sabato 7 agosto 2021
“Mal’anconìa – Mal d’Ancona” – di Fabio Maria Serpilli
– puntoacapo Editrice aprile 2021 -
LADRO LADRO
Io i
verzi l’ho robati a la vita Io
i versi l’ho rubati alla vita
a la
cità, al mare, io alla
città, al mare, io
non
ho inventato gnente non
ho inventato nulla
ché
tutu era già lì ché
tutto era già lì
da
tuto el tenpo da
sempre
Parole
dete a gràtise da la gente Parole dette
gratis dalla gente
io l’ho
‘cròlte al volo io
le ho raccolte al volo
senò
sarìene spèrze… sennò
si sarebbero disperse…
Stanotte
ho inteso le case Questa
notte ho sentito le case
discùre
in dialeto parlare
in dialetto
ma
nun pudria ridì ma
non potrei ripetere
quel
c’hane deto quello
che hanno detto
‘ntra
loro fra
di loro
A chi (marchigiano e non) è appassionato di poesia, e allo stesso modo del mondo
del dialetto (o dei dialetti) non sarà sfuggito di imbattersi nelle opere di
Fabio Maria Serpilli o comunque di aver avuto a che fare con una delle sue tante
iniziative a favore di tali soggetti. In questa sua ultima pubblicazione
vengono raccolte poesie scritte nell’arco di parecchi anni, un po’ tutte
incentrate su un luogo quasi mitologico : Ancona e il suo territorio fatto di
vie e di persone, di strade e sentimenti, di scorci e intuizioni, di suoni e di
parole insomma vivo, sia sotto il sole che tutto porta alla luce che nelle
ombre che tutto mascherano. Da attento, pacato e cortese osservatore l’autore è
capace di dare voce agli angoli dimenticati dallo sguardo distratto del viandante,
di ascoltare l’eco dei passi di chi ha percorso strade ormai diventate antiche,
di vedere i riflessi di tanti personaggi “comuni” eppure straordinari che hanno
lasciato una impronta nell’anima che in qualche modo si fa riconoscente.
Tutte
le poesie sono presentate nella versione come scritta in dialetto anconetano (anzi:
ancunetà) che nella traduzione in italiano, peraltro altrettanto curata;
difficile quale scegliere, entrambe belle e meritevoli; è consigliabile dunque
una lettura a cui far seguire una “rilettura” passando dall’una all’altra. Il
tempo deposita polvere sopra tutto e tutti, ciò che era solito brillare diviene
opaco, stessa sorte per i dialetti che perdono la loro immediatezza e
spontaneità per divenire parole da ricercare e suoni da evocare, per fortuna
con certe pubblicazioni quel che splendeva di luce propria ora torna ad essere
illuminato e i versi si fanno musica da ascoltare dopo essere stata sentita e
trascritta a sua volta.
Forse
è quel tempo che passa fonte di malinconia eppure…di fronte alla poesia i
rintocchi dell’orologio si fanno più lenti ed emettono un suono ovattato,
rallentano anche le lancette fino a fermarsi del tutto, perse nell’ascolto. Il
poeta diviene padrone del tempo e lo rende sua dimora, da buon padrone di casa
ce ne consente la visita in suo compagnia. Grazie Fabio Maria Serpilli è un
vero piacere essere ospite a casa sua.
Per ogni ulteriore informazione su Fabio Maria Serpilli potete visitare la sua pagina web raggiungibile a questo indirizzo : https://www.fabioserpilli.it/ oppure potete contattarlo direttamente al numero 335-8193657 così vi potrà dare ogni indicazione su come poter avere il libro.
lunedì 7 giugno 2021
“Il Saltarello nel Piceno” –
una storia da conoscere e tramandare – guida all’apprendimento del Saltarello
Piceno – di Cecchini / Latini / Pietrzela –
Per parlare di questo libro vorrei riportare un breve passo di una intervista che è presente al suo interno, viene ricordato un suonatore di organetto con le parole di suo figlio: “Mio padre era una persona molto severa e a volte burbera; da piccolo, ricordo, che ero davvero contento quando suonava perché era l’unico momento in cui lo vedevo sorridere”. In questo ricordo vive l’essenza della musica popolare e con essa tutto il mondo fatto di suoni, canti, balli e momenti in cui la vita offre l’allegria e la spensieratezza necessarie per affrontare al meglio anche il resto. L’evasione dai problemi quotidiani, l’energia ritrovata nonostante la stanchezza del lavoro, il piacere della compagnia e della riscoperta di sé nei rituali sociali; ecco cosa poteva (e può ancora) rappresentare il Saltarello, questo ballo antico che attinge le sue origini addirittura al mito della Sibilla e delle sue ancelle fate ballerine. Marco Pietrzela con passione è andato alla ricerca di fonti letterarie storiche e degli ultimi depositari dei ricordi del passato da intervistare, filtrando il tutto con la sua professione che alla musica è legata è riuscito a ripercorrere la storia di questo ballo raccontando il tutto con leggerezza quasi come i “racconti intorno al fuoco” che si usavano alle veglie. Ecco dunque che veniamo a scoprire come dagli strumenti ad arco si sia passati all’organetto e come dall’insegnamento da padre a figlio si sia ormai arrivati alle scuole anche per il Saltarello. All’interno del libro oltre ai tanti frammenti raccolti dai resoconti riportati nelle pubblicazioni dell’epoca ci sono anche le interviste che Marco Pietrzela ha collezionato sul territorio; c’è un campionario fotografico davvero rilevante per capire perfino l’abbigliamento che caratterizzava quel mondo popolare presso cui il Saltarello era di casa. Per gli appassionati non manca tutta una parte dedicata alla spiegazione, passo dopo passo (o dovremmo dire salto dopo salto?) delle figure della danza con schemi e fotografie che non possono che spingere a desiderare di tentare di ballarlo questo Saltarello sì perché il fine è proprio quello, non solo un documento a testimonianza di quel che è stato ma anche una spinta affinché nasca la voglia di conservarlo attraverso l’unico modo: praticarlo. In questa seconda parte del libro per spiegare i vari passi a Marco si affiancano Fabrizia Latini e Tibor Cecchini (entrambi bravissimi ballerini) e pur se non lo raccontano si capisce già anche dalle foto che la prima lezione di ballo loro te la danno immediatamente non appena li incontri : sappiate sorridere, perché senza il sorriso ogni passo risulterà comunque inevitabilmente sbagliato.
Per avere il libro contattate l'autore attraverso la sua pagina ufficiale : https://pietrzela.wixsite.com/pietrzelamarco/contact
lunedì 24 maggio 2021
“Nell’incontro con la sofferenza
psichica una parola inopportuna può avere l’effetto di un microbo in patologia
generale”. Sono parole contenute nello scritto del Prof. Alberto Tornati,
introduttivo al libro di Lorena Bianchi “il viaggio non è privo di ombre – 12 racconti
di vita in psicoterapia”. Forse è proprio il caso di riflettere sulla potenza e
pericolosità delle parole che se usate in maniera superficiale e inopportuna
possono causare danni, d’altronde “le parole sono pietre” già lo scriveva Carlo
Levi e allora forse è il caso di rivalutare anche il silenzio. Nei 12 intrecci
di vita narrati il silenzio è quello di chi si trova di fronte a storie di
sofferenza mantenendo il giusto senso del pudore e del rispetto altrui che
trattengono dal giudicare ma consentono un attento e partecipato ascolto.
Probabilmente non è possibile annullare l’empatia umana e non lasciarsi toccare
dal senso di disagio nel percepire il dolore altrui, ascoltare non significa
solamente udire ma piuttosto sentire quel che l’altro dice, senza
necessariamente prendere posizione ma aiutare ad analizzare e spiegare il
significato delle parole pronunciate. Le 12 storie hanno in comune il fatto di
narrare come la problematica dell’uno non manca di segnare anche le persone che
ruotano attorno al protagonista e il “microbo” si espande se non lo si
individua, se non lo si rende reale dandogli un nome. Tulle le analisi della
dott.ssa Lorena Bianchi, sia introduttive al caso sia nella narrazione stessa
anche in forma di dialogo, sono seguite dalle note di Luigi Maria Piarulli ed
eccoli i nomi : BALBUZIE, ESSERE ADOLESCENTI, PERDONARE, L’ABBRACCIO
PRIMORDIALE, AMORE INSANO, ESSERE GENITORE, PREGIUDIZIO, DESIDERIO, IL TRAUMA,
ANORESSIA, LA MENZOGNA, DEPRESSIONE. Può una sola parola condensare una storia?
Certo che può e a volte può addirittura racchiudere una vita intera. Lorena
Bianchi riesce a narrare facendo sì che il lettore si senta parte egli stesso
di queste sedute di psicoterapia perché quel che racconta è il vissuto non di
un singolo individuo ma di uno dei tanti che siamo anche noi e chi ci è intorno
perché nessuno porta una diagnosi scritta in fronte, perché forse non esistono
diagnosi ma solo i silenzi che sono necessari all’ascolto e la lettura è anch’essa
esercizio di silenzio. Ogni frase è accuratamente scelta, non ci sono pensieri
fuori posto e leggere è portare equilibrio in queste storie di vite malconce a
cui ci affacciamo come spettatori senza mai guardare negli occhi i
protagonisti, magari però ci sentiremo spinti a cercare lo sguardo di chiunque
ci capiterà di incontrare d’ora in poi anche per un solo istante, senza la
necessità di pronunciare neanche una parola.
Lorena Bianchi “il viaggio non è
privo di ombre – 12 racconti di vita in psicoterapia” – prefazione di Michela Morri - Raffaelli Editore 2021
lunedì 3 maggio 2021
“Mauro Riccioni è un avvocato, appassionato di politica e
archeologia, amante di lettura e scrittura, cultore della bellezza e nemico
delle ingiustizie. Nelle Marche, dove vive e lavora, ha ricoperto cariche
politiche di vertice e amministrato diversi enti locali. Tra questi, il piccolo
Comune di Gagliole (MC), dove ha rinunciato all’indennità di Sindaco
devolvendola ai servizi sociali del Comune, in un’esperienza di cui si è
parlato molto che ha raccontato nel libro Il Sindaco Gratis (Dissensi, 2016).
Lettera di una bambina in fondo al mare è il suo romanzo di esordio nella
scrittura narrativa. Il tema della solidarietà verso i più deboli quello che lo
anima da una vita. “
Per acquistare il libro :
https://www.facebook.com/LetteraDiUnaBambinaInFondoAlMare/
https://www.mauroriccioni.com/
Una parte del ricavato andrà in beneficenza per la realizzazione di pozzi in Togo (grazie all alla Charity in The World ed al suo Presidente Raffaele Brattoli), dove principalmente bambini muoiono per la dissenteria, bevendo acqua putrida.
Qui avevamo presentato il precedente libro di Mauro Riccioni :
https://cartolinedautore.blogspot.com/2018/06/quando-mi-dici-che-la-guerra-la-fanno.html
martedì 30 marzo 2021
lunedì 22 marzo 2021
DUO ACEFALO ospiti di OSIMOWEB
Il 22 febbraio 2021 siamo stati ospiti negli studi di Osimo Web (https://www.osimoweb.it/) per una piacevole intervista curata da Alessandro Pellegrini. "Sette note" è il nome del programma e ciascuna di esse ha offerto lo spunto per le domande a cui abbiamo risposto, aggiungendo anche un po' della nostra musica. Buon ascolto / buona visione.