“RADIO KILLED
THE VIDEO STAR...ON MONDAY”
La rubrica
“Radio killed the video star...on monday” si occupa di quelle radio (web-radio
e fm-radio) che gratuitamente offrono spazio alla musica emergente /
indipendente, nel tentativo di dare visibilità a certe sonorità per il solo
piacere di farlo; con lo stesso piacere quest’oggi ospitiamo Fabio
“AnarchyBrain” Varrone che su Extraradio si occupa del programma “suoni
emergenti”
Fabio tu sei
parte del mondo musicale da diversi anni, sia come musicista / discografico che
scopritore di nuovi talenti e dunque attento ascoltatore; ricordi ancora le
prime canzoni che ti hanno fatto innamorare facendo diventare la musica una
grande passione?
E’ cominciata da bambino quando mio
padre mi faceva ascoltare The Rokes, Equipe 84, Dik Dik e altri, ma la svolta è
arrivata quando uscì il telefilm Love me Licia, perché anche se quei ragazzi in
tv suonavano in playback mi hanno fatto sognare e mi hanno dato la spinta per
dedicare la mia vita alla musica.
E l’inizio
come musicista? Con quale strumento?
Ho scritto la mia prima canzone a 6
anni, accompagnandomi percuotendo un cuscino (non avevo percussioni ero troppo
piccolo), ma a 12 anni mio padre per natale mi regalò una chitarra classica e
da li è partito tutto. Poi a 14 anni scoprii sedendomi dietro ad una batteria
di saperla suonare, pur non avendo mai toccato le bacchette prima di allora.
Mio cugino scherzando mi diceva che essendo nato il giorno dopo la morte di
John Bonham dei Led Zeppelin ero la sua reincarnazione, ovviamente scherzava.
La musica nel
passato ha trovato il suo palcoscenico ideale all’interno della radio, al
giorno d’oggi può ancora esserlo?
Certamente, basta guardare quante radio
ci sono al giorno d’oggi e quante danno spazio alla musica emergente come Extra
Radio ad esempio. Ovviamente nei grandi network questo è impossibile, in quanto
prendono soldi dalle case discografiche per passare un brano 30 volte in un
giorno ma non ci si deve mai fermare, si deve sempre cercare perché ci sono
spazi dedicati ai giovani artisti anche se la ricerca richiede tempo, ma se uno
sa come muoversi sul web di sicuro troverà tutto quello che potrà essergli
d’aiuto riguardo alla sua musica, radio comprese!
Il microfono
non serve solamente per cantare ma per trasportare la voce ovunque e infatti tu
con la voce sai arrivare ai tuoi ascoltatori come se ogni parola fosse rivolta
solo ed esclusivamente al singolo anziché ad una indistinta platea. Questo
succede quanto a passare, insieme alle parole, sono anche le emozioni. Impieghi
molto tempo a preparare i testi o riesci tranquillamente ad affidarti
all’improvvisazione?
Non ho mai preparato una trasmissione
perché non mi piacciono i copioni o i testi da recitare, credo che la radio sia
spontaneità. Non si può fingere con chi ti ascolta perché il pubblico è molto
attento e capisce se stai recitando o meno. Inoltre bisogna avere una buona
parlantina e prontezza di riflessi, ad esempio potrebbe succedere che un file
audio non funzioni correttamente dopo averlo annunciato e li bisogna sapere
subito come intervenire. Lo stesso può accadere per qualsiasi altro tipo di
imprevisto. Poi ci sono alcuni che si definiscono speaker che non si rendono
conto che in radio ci vuole velocità e ritmo, molti di questi speaker invece
sembrano in preda alla lentezza durante una trasmissione, dicendo spesso le
classiche lettere di sospensione infinite tra una frase e l’altra come :
“Eeeeeeeeeeeeeee” oppure “Mmmmmmmmmmm”. Questo non va bisogna riuscire
a tenere il pubblico incollato agli altoparlanti per farsi ascoltare altrimenti
se c’è troppa lentezza chi ti ascolta sicuramente presterà attenzione per 10
minuti al massimo e poi cambierà stazione radio.
Meglio il
Fabio Varrone musicista o il conduttore radio?
Sono entrambe due rompicoglioni
pazzeschi perché ci tengono troppo a quello che fanno che dedicano tutto il
loro tempo a quello che fanno e questo spesso non viene capito da chi ti sta
vicino (amici, parenti ecc.)
Veniamo alla
musica emergente e al suo stato di salute, le “novità” musicali secondo te sono
le stesse durante gli anni? Cambiano forse i generi, o gli atteggiamenti degli
artisti, o il modo di approcciarsi al mercato musicale…insomma tra la musica di
chi era definito emergente qualche anno fa e gli attuali ci sono differenze
sostanziali?
Purtroppo si, vedo molti giovani artisti
che tentano di imitare i modelli pop americani, sia come voce che come
movimenti sul palco, adesso vanno di moda queste canzoni di plastica pre
confezionate fatte in studio con loop o campionamenti già pronti e poi si sente
nelle loro canzoni che non c’è né anima, né sentimento né preparazione. Quando
ero un ragazzo si andava in studio e se non sapevi suonare non potevi
realizzare demo, perché si, c’era la possibilità di sovra incidere ma non si
potevano correggere stonature o sbagli come oggi. I ragazzi che oggi cercando
di imporsi nel mondo della musica hanno anche un atteggiamento da super star
anche se hanno inciso un solo brano, si senza capire che ci vuole umiltà nel
mondo della musica.
E le
differenze a livello “umano” tra gli artisti emergenti e quelli affermati?
Nessuna, un artista famoso si sente al
di sopra di tutti gli altri solamente perché crede che il suo successo sia
dovuto alle sue capacità quando sappiamo bene che sono le case discografiche e
le agenzie di spettacolo a far in modo di imporre la loro musica. Ci sono artisti sconosciuti migliori di
quelli famosi e che sono tre volte tanto più bravi di loro, ma non hanno modo
di emergere perché come ben sai esiste una lobby musicale che impedisce agli
artisti di emergere. In pratica sono le major discografiche che decidono chi,
come e quando diventerà famoso…e per quanto. Ma esiste un mondo sotterraneo che
comprende tutti i veri musicisti che spero presto farà tremare i grandi big.
E’ necessario
per te che il tipo di musica di cui ti occupi ti piaccia per realizzare il
programma o la tua curiosità riesce comunque a far sì che tu possa preparare
una puntata di suoni emergenti anche parlando di generi a te distanti?
Io ascolto di tutto, non mi pongo limiti
a livello musicale. Mi è capitato spesso di presentare band o artisti che con
il mio genere non c’entrano nulla, ma appunto per questo è bene avere una
preparazione musicale a 360 gradi e non fermarsi mai ad ascoltare un solo
genere perché si può imparare da qualsiasi stile musicale. La curiosità è la
chiave fondamentale nella musica, senza si rischierebbe di essere statici,
invece anche diversi arrangiamenti e stili possono insegnare qualcosa.
In che modo
in Italia, allo stato attuale, si può aiutare a far emergere i nuovi talenti?
L’unico modo credo siano radio ed
emittenti tv libere che danno la possibilità ad artisti di qualsiasi genere di
esprimersi. Ovviamente come ben sapete i grandi network sono al soldo delle
case discografiche, agenzie pubblicitarie e di format televisivi scadenti. Ma
esiste una parte dei media che per fortuna è ancora libera. Bisogna cercare li
i propri spazi!
Il tuo
consiglio a chi ha intenzione di produrre musica propria prima di iniziare a
presentarla al pubblico o alle web radio?
Fregatevene degli standard musicali, dei
giudizi, di quelle persone che vi diranno che la vostra musica dovrà essere
conforme agli standard della musica attuale, di plastica che non sa di nulla.
Inventate accordi, sperimentate il più possibile e raggiungete i confini
estremi della vostra curiosità musicale. Fate quello che sentite e non
preoccupatevi, ci sarà sempre chi apprezzerà il vostro lavoro.
Chi volesse sottoporre la propria
musica per il programma suoni emergenti in che modo può contattarvi?
Può contattarci alla mail
info@extraradio.it
Il tuo programma ancora da realizzare
ma che continui a sognare?
Guarda, ho lavorato in molte radio e ho realizzato tutti i programmi che
volevo fare, un programma che mi piacerebbe fare è quello che parla della mia
musica, ma chissà se si potrà fare.
Grazie Fabio
per la tua cortesia e a tutti voi appuntamento con l’ascolto su : http://www.extraradio.net
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