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domenica 5 gennaio 2020


Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 i soldati italiani vennero messi di fronte alla scelta di essere arruolati come parte dell’esercito tedesco o spediti in campi di detenzione in Germania, il 90 % di essi rifiutò la prima scelta e all’incirca 600.000 giovani furono considerati prigionieri di guerra (poi internati militari poi lavoratori civili, cambiano i termini ma poco vale). Igino Gobbi, nato a Filottrano nel 1924, è stato uno di quelli ad aver detto no, come racconta lui stesso insieme a lui altri 1800 furono caricato sui treni e spediti verso la Germania, alla fine di tutto di quei 1800 sono ritornati neanche in 30.

Io e Tullio Bugari abbiamo incontrato Igino Gobbi nella sua casa di Monte San Vito e ci siamo fatti raccontare, abbiamo ascoltato quel che era disposto a raccontare. Non è facile confrontarsi con la propria memoria, specie quando è il dolore la parte prominente e Igino ne ha vissuto e visto tanto di quel dolore ed ecco che ogni singola parola costa fatica eppure…la forza di raccontare “perché si sappia ciò che è veramente accaduto e che nulla di simile possa accadere di nuovo”, quella forza è un dovere non farla mai venire meno.
Se volete andate a leggervi il suo libro qui : http://www.midicevanosempretantomorirai.it/
e per continuare c’è una bella intervista qui : https://icmontesanvito.edu.it/il-piccolo-grande-eroe-di-monte-san-vito/
La storia di Igino Gobbi sarà centrale nello spettacolo “Percorrere la memoria” e ben tre canzoni girano intorno alle sue parole. La prima, con il testo scritto da Tullio Bugari è “Avevo solo vent’anni”
* Wolfsburg è il nome della città tedesca dove fu destinato Igino Gobbi 



AVEVO SOLO VENT’ANNI
(testo Tullio Bugari ispirato ai racconti di Igino Gobbi)
(musica Silvano Staffolani)

Avevo vent’anni e tanti sogni
la fatica era disumana
il freddo che entra nelle ossa
la fame che alberga dentro il corpo
il ghiaccio e la morte morte bianca
la cattiveria insensata
li contavo a decine
e li guardavo sparire i compagni

Io non so come ho fatto
a non smettere di sognare
oggi li ho ancora i miei vent’anni
i sogni non li ho mai persi
non ho perso neanche il ricordo
quel posto non si deve dimenticare
troppo ragazzi hanno visto
i sogni morire con le speranze

Wolfsburg* uno dei tanti campi
maledetti da ricordare
perché i campi non son tutti uguali
ogni campo ha la sua di storia
scritta ciascuna con delle vite
sottratte ad ognuno di quei ragazzi
che avranno per sempre per sempre vent’anni
che avranno per sempre solo vent’anni




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