ILARIA MIGNONI – I VIZI CAPITALI (un album balfolk)
Chi frequenta il mondo del
balfolk conosce necessariamente anche Ilaria Mignoni e il suo magico violino e
per questi dunque ci sarebbe ben poco da spiegare e raccontare eppure…Per tutti
gli altri che non hanno mai sentito parlare di balfolk brevemente potrei dire
che da diversi anni ormai, in svariate occasioni, alcuni musicisti si ritrovano
a suonare per dei ballerini; ad ogni brano suonato corrisponde una danza più o
meno codificata e dunque alquanto magicamente e spesso a sorpresa, può capitare
che le piazze si animino di note e piedi ballerini (provate a cercare sul web
il termine “mazurka clandestina” tanto per fare un esempio). Ecco dunque Ilaria
è un pezzo di questo balfolk ma …non solo.
Torniamo a chi già sapeva tutto
eppure…anche per loro sarà una scoperta sapere che Ilaria è anche una
talentuosa compositrice e ce lo rivela a sorpresa con una raccolta di canzoni,
più propriamente una sorta di concept album con un tema che fa da filo
conduttore (per chi se lo ricorda negli anni 70 del secolo scorso era
abbastanza usuale questo tipo di album) : i vizi capitali. Di brano in brano scopriamoli
un po’ questi vizi :
ecco il racconto del desiderio di ballare
una mazurka francese, croce e delizia di tutti i ballerini di balfolk, alle
prime note gli occhi sono già alla ricerca di quel ballerino e c’è poco tempo
prima che un’altra se lo porti via…”la mazurka è un pensiero dolce che si balla”
Valzer superbo
che tenerezza questo semplice valzer a tre
tempi che non si accontenta più di questo suo stato “basilare” e decide di
diventare un cinque tempi…chissà poi se si pentirà mai di questa scelta o
resterà invece a pavoneggiarsi in questo strano tempo dispari?
Bourrée burrosa
torniamo di nuovo nella pista da ballo ma
solo perché…mica c’è solo il ballo o la musica da ascoltare, c’è anche il
buffet da assaltare!
Testo in inglese per una dedica d’amore a
un “lazy boy” che si sveglia già stanco con una lei che invece non si stanca
mai di aspettarlo
Scottish invidiosa
“essere felici a cosa serve se nessuno lo
sa?” la scottish è una danza così allegra e spensierata che difficilmente chi
la sta praticando farà caso alle parole e allora approfittate ora che state
solo ascoltando perché ci sono alcune verità dentro sempre utili da tenere come
pro-memoria
An dro adirato
Che delizia la doppia voce su questo pezzo,
non solo Ilaria sa cantare benissimo ma è completamente padrona dell’interpretazione
facendosi lei stessa strumento. Far vibrare le corde dell’anima di chi ascolta è
tutt’altro che facile e non si ottiene solamente con una bella voce ma è
necessario che tale voce provenga da un lontano altrove dove la musica si fa
padrona del corpo e lo impiega al meglio.
Conto Courenta e balet
Un altro dramma da pista da ballo per il
povero accompagnatore che disperato si vede sottrarre la sua bella
Hanter Dro di Baudelaire (bonus track)
Questa volta testo in francese e come non
omaggiare nella sua lingua uno dei più grandi poeti di Francia?
Ogni brano contiene dunque una piccola storia da raccontare
e l’autrice riesce ad accompagnarci nell’ascolto con la stessa maestria di un insegnante
di danza, non ci sono mai passi sbagliati se ci si lascia guidare da qualcuno
veramente esperto e la cosa migliore che può capitare è perdersi senza il
bisogno di contare i passi, perdersi e ritrovarsi chiudendo a volte gli occhi.
Ilaria Mignoni padroneggia i tempi musicali e le sue melodie sono tanti fili a “comporre”
la trama di un tessuto particolarmente prezioso, dai colori cangianti a seconda
della luce che li colpisce, quasi come il vestito di una ballerina che non sta
mai ferma. Siamo in uno strano territorio dove la musica classica corteggia
la canzone pop e insieme prendono a braccetto il folk internazionale con uno
sguardo alla canzone d’autore, insomma ce n’è per tutti.
Una domanda chi conosce Ilaria potrebbe farsi dopo aver
ascoltato l’album : come mai non si sente il suo violino? Non è una violinista?
Ehm…non proprio, Ilaria è innanzitutto artista e come tutti i veri artisti può
esprimersi in svariati modi, nei più differenti ma sempre rimanendo sé stessa e
ce lo dice con l’ironia nei suoi testi, con i dialoghi degli strumenti che ha
usato, con la passione del canto con…se vi ascoltate l’album lo capirete da
soli.
Ecco l’indirizzo dove poter ascoltare e/o scaricare l’album
per intero :
https://www.jamendo.com/album/191656/i-vizi-capitali






dovuto essere “duo senza testa” ma esiste già, credo sia un duo del nord Europa e così abbiamo modificato in duo Acefalo. Sapete perché siamo senza testa? Entrambi siamo nati e cresciuti ad Osimo (provincia di Ancona, nelle Marche) e proprio gli abitanti del nostro paese a causa delle statue di epoca romana esposte nell’atrio comunale, tutte senza testa, sono chiamati osimani senza testa quindi ...eccoci a rappresentare con il nostro nome le nostre origini. Insieme abbiamo suonato in qualsiasi tipo di evento come feste di paese, sagre, matrimoni o compleanni ma anche a teatro sia con nostri spettacoli (“Cantate per tutto l’anno” - “Parole disperse / Canzoni ritrovate”) che come ospiti in quelli di altri. Esibirci con strumenti acustici come chitarra, organetto e tamburo a cornice, ci consente di poter portare la nostra musica ovunque senza bisogno di elettricità o impianti audio ecco perché siamo un po’ dappertutto. Ecco un nostro video in cui presentiamo “il cuore di un cantore” brano che abbiamo composto insieme e che spiega quel che succede a un povero cuore lasciato “in deposito” alla persona sbagliata.
oggi”; io ho tentato un po’ di fare la stessa cosa nell’arrangiare la musica per i suoi scritti senza pensare a cose del tipo “filastrocca allegra, musica allegra” ma esplorando le sensazioni senza confinarle in alcuno schema/genere. Dall’impossibilità percepita inizialmente il tutto è poi proseguito molto velocemente, mi sono fermato dopo il diciottesimo brano però perché...me lo stavo sognando pure di notte Rodari e i suoi strampalati personaggi, ho pensato fosse meglio interrompere. In quanto a Gianni Rodari come autore posso dire che rappresenta un caso abbastanza unico tra quanto da me letto, sono in pochi ad aver usato la lingua italiana in questo modo avventurandosi in descrizioni di ogni tipo, spesso surreali ma sempre con una riflessione che ti entra in testa dopo la lettura, niente di quello che ha scritto semplicemente rimane dentro il libro quando lo chiudi ma ti entra in testa e ti costringe a pensare e ripensarci, il suo è un messaggio chiaro di monito per le sciocchezze che facciamo noi tutti esseri umani e un pro-memoria per quello che dimentichiamo spesso di fare, vivere bene e far vivere bene gli altri. Leggere Gianni Rodari è migliorarci un po’. Ecco l’indirizzo dove scaricare gratuitamente l’album 











