“RADIO KILLED THE
VIDEO STAR...ON MONDAY”
La rubrica “Radio killed the video star...on monday” si occupa di
quelle radio (web-radio e fm-radio) che gratuitamente offrono spazio alla
musica emergente / indipendente, nel tentativo di dare visibilità a certe
sonorità per il solo piacere di farlo; con lo stesso piacere quest’oggi siamo
in compagnia di chi già dal nome chiarisce subito le proprie intenzioni : Radio Emergenti.
La musica e la radio, da sempre (almeno per chi scrive) non può
esistere l’una senza l’altra, c’è lo spazio (oggi come oggi sempre più
virtuale) e c’è la materia con cui occuparlo (anche questa sempre più
virtuale). Chi ha vissuto la storia delle radio private italiane fin dai loro
esordi non può fare a meno di ricordare non solo alcuni programmi ma anche voci
e canzoni che proprio alla radio ha scoperto per la prima volta, o le richieste
di brani (perché le radio spesso erano l’unica fonte ove poter attingere per
ascoltare quello che più piaceva, quando le radio erano ancora libere di trasmettere
tutto ciò che volevano). C’è chi questo modo di concepire la radio continua a
viverlo, con la certezza e consapevolezza che non può essere altrimenti, perché
“l’altrimenti” non sarebbe fare radio ...sarebbe un’altra cosa; proviamo a
parlarne con Ezio Baldi che di Radio Emergenti è il cuore e la mente.
Ezio grazie per
aver accettato di raccontarci il mondo di Radio Emergenti perché di un intero
mondo si tratta quando si parla di musica e di radio. Tu “ufficialmente” fai
nascere l’idea di un programma radiofonico tutto dedicato alla musica emergente
nel 2008, in realtà da quando e come sei entrato in contatto con il mondo della
radio? Un amore a prima vista (ehm...a primo udito…) come suol dirsi?
Per prima cosa, grazie per l'opportunità di raccontarmi e di raccontare
Radio Emergenti. Principalmente, tengo a precisare, nasco come musicista, dopo
svariati cambi di strumento, prima chitarra, poi basso e infine, nel 1962
decido che il mio strumento sarà la batteria e avevo otto anni. Senza
dilungarmi con le esperienze maturate (iscritto al ENPALS come musicista
professionista, turnista per la Fonit Cetra, CDS (ora Sugar Music), DDD, Carlo
Alberto Rossi e molte altre), ho abbandonato definitivamente la professione nel
1987; nel frattempo, era il 1974 mi avvicinavo alle prime “radio libere”, come
speaker radiofonico, continuando a
frequentare l'ambiente musicale, ma senza parteciparvi attivamente come
batterista.
Per te è più grande
la passione per la radio o quella per la musica?
Ezio e gli esordi nelle radio libere negli anni settanta |
Direi che è un
legame indissolubile, amo fortemente entrambe, anche se ormai faccio
attivamente solo più radio; anche se ho partecipato e partecipo, ad alcune
produzioni musicali, come consulente in studio.
Torino, la tua
città, da sempre è stata uno dei punti “cardinali” della musica indipendente
prodotta in Italia, sede anche di etichette storiche che hanno saputo
fotografare nel tempo realtà di tutto rispetto, anche se magari a volte rimaste
al margine; sembrerebbe dunque una conseguenza naturale che anche le radio
della zona avessero lo stesso interesse per queste sonorità, è andata così o il
tuo programma ha rappresentato un esperimento (peraltro ottimamente riuscito)
unico?
Torino è sempre
stata culla di idee, non soltanto musicali, mamma del cinema, della radio,
della tv e delle prime case discografiche; purtroppo, il marchio imposto di
“bùgia nèn” (n.d.r.: non ti muovere; oppure, che non si muove) è decisamente
calzante. Infatti tutte le varie realtà, sono migrate altrove, inclusi alcuni
famosi marchi discografici. Perdonate questa auto polemica, ma è una
provocazione che non potevo tralasciare. Tornando alle radio, vorrei fare una
distinzione fondamentale, e non intendo tra radio fm e web, ma tra quelle
commerciali e quelle di nicchia amatoriale. Le prime non si discostano dai
grandi network, fanno radio per fatturare (non sarebbero commerciali
altrimenti); mentre le seconde, seppur in fm, danno maggior risalto alle scelte
musicali, spaziando nei generi e sottolineando quelle che sono le vere “novità
musicali”, non dettate dalle major che acquistano interi palinsesti, o peggio,
sono proprietari di network radiofonici.
Ezio negli anni ottanta |
Tu hai vissuto il
periodo in cui la radio fm era la fonte principale di diffusione della musica,
in tutti i suoi generi, fino alla concorrenza della tv che ha affiancato e
spesso sostituito la musica con i “video clips”. Oggi è possibile parlare di
rivincita delle radio (web radio) sulla televisione e della musica sul video?
Sono stato uno
dei primi a dirlo, quando negli anni '70 girammo, con una delle mie tante
bands, un video promo musicale per Tv Capodistria: “Fare il 'filmato' (allora
si chiamava così) di una canzone, è come spiegare una barzelletta... non ha
senso!”. Tornando alla domanda; direi proprio di si, la radio, come un buon
libro, da spazio all'immaginazione e ci permette di usare la nostra creatività,
per visualizzare una storia unica e personale, ma anche sensazioni… emozioni.
Il mondo delle web
radio presenta differenze sostanziali con quello delle radio fm; la prima che
mi viene in mente sono i programmi in replica (podcast) che vengo ascoltati
ancora di più di quelli in diretta (che invece sono il punto di forza nelle
radio fm); cambia dunque il modo di usufruirne da parte dell’ascoltatore ma per
chi i programmi li pensa e li realizza è cambiato qualcosa?
Anche in questo
caso, cambia tutto in base al tipo di radio, come giustamente dici tu, ma anche
da come la radio vuole coinvolgere; molte web radio sono una fotocopia delle
radio commerciali, oppure sfruttano il filone dei talent show, per quanto
riguarda il mondo dei musicisti emergenti. Personalmente ho creato svariati
format radiofonici/televisivi, ma la maggior parte di questi sono stati
modificati nella produzione; purtroppo tutto ricade nei tagli di meno costi e
più profitti, tagliando completamente fuori l'ascoltatore/spettatore, inteso
come essere umano e prediligendo il consumatore/acquirente.
Ezio con Eros Ramazzotti |
Il mondo dei
network radiofonici non sembra proprio essere interessato alla musica
emergente, spesso ci sono identiche playlist, tanto da sembrare una imposizione
degli editori più che una scelta di chi trasmette, tutto questo non avviene nel
web dove anzi la differenza è un punto di forza. Una volta si scopriva un nuovo
gruppo andando a sentirlo in un qualche concerto, adesso purtroppo la musica
che si ascolta dal vivo nella maggioranza dei casi si compone di tribute band,
il pubblico curioso non può che rivolgersi alle web radio e dunque: voi che
tipo di riscontro avete dagli ascoltatori?
La realtà è che
molte web radio, inclusa Radio Emergenti, hanno un notevole seguito, anche se
decisamente frammentato, perché sono veramente tante, ma occorre tener di conto
che, come nel nostro caso, esiste un rapporto molto stretto con l'ascoltatore,
oserei dire di tipo familiare; un po' come le rime “radio libere”. Grazie alle
nuove tecnologie, l'ascoltatore può scegliere brani con un sms, con Whatsapp,
ed email; può anche dialogare con la diretta, tramite chat o Facebook e
condividere cosa sta ascoltando. Radio Emergenti, su una media di oltre 5000
ascolti al giorno (non ascoltatori, ma ascolti, cioè quante volte gli utenti si
collegano al server), abbiamo una media di 180 richieste giornaliere, via sms e
una buona parte di queste, oltre il 70%, sono per musica emergente.
Dare la possibilità
a chi fa musica di potersi far ascoltare, offrire questo spazio anche a chi non
ha alle spalle etichette discografiche o grandi editori, rappresenta una forma
di tutela e promozione culturale che andrebbe se non sovvenzionata almeno
agevolata. Non sarebbe ora di considerare dei seri e importanti sgravi fiscali
(esenzione siae ad esempio) a chi trasmette musica emergente?
Toccando il
tasto SIAE, m'inviti a nozze, come si sul dire. Più che per il fatto di “dover
obbligatoriamente” pagare il balzello, per l'inutilità di pagare e poi sapere
che nessun musicista riceverà un solo centesimo di quanto abbiamo pagato; per
il semplice fatto che non esiste un sistema di riscontro sui brani che vanno in
onda... finisce tutto nel calderone SIAE. A parte questo, senza polemizzare ulteriormente,
basterebbe che ci fosse concesso trasmettere qualche spot a pagamento, o avere
sponsors nei programmi, continuando a pagare la SIAE come radio amatoriale (il
costo della SIAE per trasmettere spot a pagamento è del triplo).
Con la rivoluzione
di internet la possibilità di fare radio è estesa, in teoria, praticamente a
tutti, non esistono vere e proprie regolamentazioni (non ci sono “frequenze”
ormai tutte occupate come per l’etere), che sia questo un momento del tutto
simile a quello vissuto negli anni della nascita delle prime “radio libere”?
Dal 2001, al
2008 sono stato direttore artistico di una radio fm torinese, ho utilizzato i
primi softwares di regia automatica e proprio grazie a questa esperienza, ho
deciso di fondare Radio Emergenti. Per alcuni mesi sono ritornato agli anni
'70, quando le antenne delle radio libere erano nel sotto tetto della sede e
tutto era sperimentale; ogni attimo di quegli anni m'è ritornato alla mente,
trovare il sistema per uscire (trasmettere) con un segnale più forte, con un
audio migliore, ma applicato alla tecnologia streaming.
Possiamo dire che
attraverso il tuo programma nel corso degli anni hai visto non solo il mutare
del modo di fare radio ma probabilmente anche un mutare del modo di fare musica
e di presentarla, ho idea che oggi sia molto più presente il “do it yourself” e
dunque autoproduzione rispetto al passato, che ne pensi?
L'evento della
tecnologia mp3, tra le altre cose inventato da un torinese, Leonardo
Chiariglione dello CSELT (Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni di
Torino), ha sicuramente dato una spinta alla promozione della musica emergente,
incluse le varie piattaforme di diffusione (iTunes, Amazon, GooglePlay, ecc.),
ma comunque resta il problema della promozione/diffusione della musica. Proprio
la facilità con cui ci si può autoprodurre, ha incrementato la disponibilità,
quindi la difficoltà per chi cerca; resta l'enorme scoglio della
promozione/diffusione. A mio avviso, la diffusione tramite mp3, non ha dato una grande mano ai musicisti,
anzi molti restano decisamente penalizzati, per il semplice fatto che non
possono investire in promozione. Tra le altre cose, occorre fare molta
attenzione a chi offre “facile promozione”, naturalmente pagando soldoni;
questi promettono invii dei brani/video a centinaia e centinaia di radio/tv...
ma non è detto che queste li mettano in onda. Personalmente ho sempre rifiutato
e continuerò a farlo, di accettare “donazioni” da queste agenzie, per
acquistare passaggi a 5 centesimi; anche se mi offrissero 50 Euro, non
accetterei assolutamente, per il semplice fatto di non esserne complice e
rimanere coerente con la mia idea di libertà.
Il tuo giudizio
sullo stato della musica emergente / indipendente di questi ultimi tempi?
Ezio con Paolo Beltramo |
Come ho già detto, una gran quantità di buona qualità
musicale, con ottime idee, ma con troppe fotocopie di “big”, italiani e
stranieri. Ne approfitto per un appello: “Per favore, scrivete e cantate in
italiano”; avete mai ascoltato un inglese, o americano, che cantano in
italiano? Ebbene, alle orecchie di un inglese/americano, la vostra pronuncia
inglese è ugualmente ridicola, quindi lasciate perdere, per favore.
E’ ancora possibile
fare una classificazione per “generi” nella musica o la contaminazione e il
mondo globalizzato anche delle sette note hanno mischiato un po’ tutto?
Troppo sovente
ricevo comunicati stampa che accompagnano brani, in questi si leggono di
influenze di questo, o quel genere, etichettature che vengono date, molto
spesso dalle agenzie di promozione/stampa, in base a esigenze di mercato,
purtroppo date anche dal “copia e incolla”, ricevendone tante posso affermarlo.
Trovo che la cosa più sbagliata sia proprio etichettarsi, voler indirizzare chi
ascolta a qualcun altro già esistente; niente di più sbagliato, perlomeno per
quanto mi riguarda. Poi, io personalmente, uso la regola del mio amico Tonino
Borzelli, poliedrico Maestro partenopeo: “Quando senti troppe influenze, quando
non riconosci i generi musicali… vuol dire che stai ascoltando qualcosa di
nuovo”.
Chi volesse farsi
trasmettere all’interno di Radio Emergenti che cosa deve fare? C’è un indirizzo
a cui scrivere?
Preciso che non tutti i brani
ricevuti vanno in onda, non solo per la qualità delle registrazioni, spesso
troppo caserecce e/o in pessima presa diretta, ma anche per una selezione da
parte del nostro Staff (potete vederlo sul nostro sito), che ascolta “tutti” i
brani ricevuti, o segnalati e da il proprio benestare, dopo
furibonde/divertenti discussioni. Comunque i brani, in formato mp3, possono
essere inviati alla casella musica@radioemergenti.net ,
appositamente creata e capiente, per ricevere files di grandi dimensioni. Nella
email accludere sempre: copertina del brano/album/ep, sito internet (o Facebook,
YouTube, ecc.) e la liberatoria alla diffusione radiofonica standard (potete
trovarla sul nostro sito, pagina Invia Musica), se il brano è depositato SIAE
(rammento che la SIAE vieta la diffusione radiofonica, se non autorizzata
dall'autore). L'inserimento in rotazione, o la nostra scelta di promozione
giornaliera, sono completamente gratuite; ma se volete fare una donazione
spontanea è ben accetta, anche se questo non influisce sulle nostre scelte.
E il tuo consiglio
personale per chi si accinge ad inviarti qualcosa da farti ascoltare?
Sicuramente non inviarmi
comunicati stampa, recensioni di altri e
soprattutto...
“Non chiedetemi
di intervistarvi, il pubblico vuole conoscervi, ma ascoltandovi!”.
Avresti un artista emergente da consigliarci e da
andare subito ad ascoltare?
Ne avrei
veramente tanti…ascoltateli su Radio Emergenti
Grazie Ezio per la
tua cortesia e ora non resta che andare a sentire Radio Emergenti; per chi
utilizza TuneIn dal cellulare basta cercare “Radio Emergenti” altrimenti da pc
all’indirizzo www.radioemergenti.net troverete
l’apposito tasto “clicca per ascoltare”
Aggiungo solo che su GooglePlay, digitando Radio
Emergenti, potete scaricare gratuitamente l'App Android per ascoltarci.
Ancora tante grazie per la disponibilità e l'accoglienza.
Nessun commento:
Posta un commento