Stranger! If you, passing, meet me, and desire to speak to me, why should you not speak to me? And why should I not speak to you? (Walt Whitman 1819-1892 Leaves of Grass 1900)
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domenica 22 agosto 2021
sabato 14 agosto 2021
“Amore amore, che m’hai
fatto fare…” – canti delle campagne osimane raccolti da Leonello Spada a cura
di Lino Palanca.
L’associazione culturale “Lo
specchio” (www.specchiomagazine.it)
ha appena pubblicato questo ennesimo ricchissimo volume frutto del lavoro di
Lino Palanca, un vero instancabile appassionato di tradizioni e abile ricercatore,
sempre attivo e attento a tutto ciò che rischia di sparire per sempre dal
nostro ricordo e dunque fonte inesauribile di riscoperte tanto preziose quanto rare.
Dopo un precedente volume del 2013 “le undici di notte e l’aria oscura…”
interamente dedicato ai canti popolari raccolti intorno alla zona di Porto
Recanati, ecco ora la trascrizione di tutta una serie (ce ne sono in totale
659) di stornelli o meglio : “Canti Populari dei Cuntadì Oseimani” perché è
così che li aveva chiamati Leonello Spada collezionandoli e raccogliendoli in
un suo manoscritto datato 1905 a cui aveva aggiunto queste avvertenze “Tutti questi canti furono uditi dal
raccoglitore dalla viva voce dei contadini del contado di Osimo; la maggior
parte non sono stati mai pubblicati, e quelli stampati nella raccolta del
Gianandrea e in quella Salani non sono riportati fedelmente come vengono
cantati, per cui si perdono assai del loro garbo natio. Sono stati trascritti
perciò tali quali vengono cantati”. Ecco dunque che grazie a Lino Palanca e
al suo paziente lavoro di ricerca dopo più di cento anni tornano ad essere
disponibili per poter essere nuovamente letti, conosciuti e perché no, anche
cantati. Si potrebbe definire questa raccolta una sorta di “bibbia del canto
popolare osimano” andandosi così finalmente, a colmare una lacuna
bibliografica nel nostro territorio. Nella copertina un dettaglio di un dipinto
di Guglielmo (Elmo) Cappannari, altro autore che tanto ha fatto per divulgare
il patrimonio di cultura popolare osimano e nel retro copertina un disegno di
Leonello Spada con raffigurato il mondo agricolo del suo tempo con due
personaggi intenti sicuramente a cantare oltre che a lavorare; attività non più
conciliabili purtroppo come rimarcato da Lino Palanca nella sua introduzione
allo scritto.
Per avere il libro che è disponibile tramite una donazione libera, potete mandare una mail a : info@associazionelospecchio.it oppure attendere una qualche presentazione sperando possano essere numerose ché certi canti hanno bisogno di tornare in tutte le piazze.
sabato 7 agosto 2021
“Mal’anconìa – Mal d’Ancona” – di Fabio Maria Serpilli
– puntoacapo Editrice aprile 2021 -
LADRO LADRO
Io i
verzi l’ho robati a la vita Io
i versi l’ho rubati alla vita
a la
cità, al mare, io alla
città, al mare, io
non
ho inventato gnente non
ho inventato nulla
ché
tutu era già lì ché
tutto era già lì
da
tuto el tenpo da
sempre
Parole
dete a gràtise da la gente Parole dette
gratis dalla gente
io l’ho
‘cròlte al volo io
le ho raccolte al volo
senò
sarìene spèrze… sennò
si sarebbero disperse…
Stanotte
ho inteso le case Questa
notte ho sentito le case
discùre
in dialeto parlare
in dialetto
ma
nun pudria ridì ma
non potrei ripetere
quel
c’hane deto quello
che hanno detto
‘ntra
loro fra
di loro
A chi (marchigiano e non) è appassionato di poesia, e allo stesso modo del mondo
del dialetto (o dei dialetti) non sarà sfuggito di imbattersi nelle opere di
Fabio Maria Serpilli o comunque di aver avuto a che fare con una delle sue tante
iniziative a favore di tali soggetti. In questa sua ultima pubblicazione
vengono raccolte poesie scritte nell’arco di parecchi anni, un po’ tutte
incentrate su un luogo quasi mitologico : Ancona e il suo territorio fatto di
vie e di persone, di strade e sentimenti, di scorci e intuizioni, di suoni e di
parole insomma vivo, sia sotto il sole che tutto porta alla luce che nelle
ombre che tutto mascherano. Da attento, pacato e cortese osservatore l’autore è
capace di dare voce agli angoli dimenticati dallo sguardo distratto del viandante,
di ascoltare l’eco dei passi di chi ha percorso strade ormai diventate antiche,
di vedere i riflessi di tanti personaggi “comuni” eppure straordinari che hanno
lasciato una impronta nell’anima che in qualche modo si fa riconoscente.
Tutte
le poesie sono presentate nella versione come scritta in dialetto anconetano (anzi:
ancunetà) che nella traduzione in italiano, peraltro altrettanto curata;
difficile quale scegliere, entrambe belle e meritevoli; è consigliabile dunque
una lettura a cui far seguire una “rilettura” passando dall’una all’altra. Il
tempo deposita polvere sopra tutto e tutti, ciò che era solito brillare diviene
opaco, stessa sorte per i dialetti che perdono la loro immediatezza e
spontaneità per divenire parole da ricercare e suoni da evocare, per fortuna
con certe pubblicazioni quel che splendeva di luce propria ora torna ad essere
illuminato e i versi si fanno musica da ascoltare dopo essere stata sentita e
trascritta a sua volta.
Forse
è quel tempo che passa fonte di malinconia eppure…di fronte alla poesia i
rintocchi dell’orologio si fanno più lenti ed emettono un suono ovattato,
rallentano anche le lancette fino a fermarsi del tutto, perse nell’ascolto. Il
poeta diviene padrone del tempo e lo rende sua dimora, da buon padrone di casa
ce ne consente la visita in suo compagnia. Grazie Fabio Maria Serpilli è un
vero piacere essere ospite a casa sua.
Per ogni ulteriore informazione su Fabio Maria Serpilli potete visitare la sua pagina web raggiungibile a questo indirizzo : https://www.fabioserpilli.it/ oppure potete contattarlo direttamente al numero 335-8193657 così vi potrà dare ogni indicazione su come poter avere il libro.