“Nell’incontro con la sofferenza
psichica una parola inopportuna può avere l’effetto di un microbo in patologia
generale”. Sono parole contenute nello scritto del Prof. Alberto Tornati,
introduttivo al libro di Lorena Bianchi “il viaggio non è privo di ombre – 12 racconti
di vita in psicoterapia”. Forse è proprio il caso di riflettere sulla potenza e
pericolosità delle parole che se usate in maniera superficiale e inopportuna
possono causare danni, d’altronde “le parole sono pietre” già lo scriveva Carlo
Levi e allora forse è il caso di rivalutare anche il silenzio. Nei 12 intrecci
di vita narrati il silenzio è quello di chi si trova di fronte a storie di
sofferenza mantenendo il giusto senso del pudore e del rispetto altrui che
trattengono dal giudicare ma consentono un attento e partecipato ascolto.
Probabilmente non è possibile annullare l’empatia umana e non lasciarsi toccare
dal senso di disagio nel percepire il dolore altrui, ascoltare non significa
solamente udire ma piuttosto sentire quel che l’altro dice, senza
necessariamente prendere posizione ma aiutare ad analizzare e spiegare il
significato delle parole pronunciate. Le 12 storie hanno in comune il fatto di
narrare come la problematica dell’uno non manca di segnare anche le persone che
ruotano attorno al protagonista e il “microbo” si espande se non lo si
individua, se non lo si rende reale dandogli un nome. Tulle le analisi della
dott.ssa Lorena Bianchi, sia introduttive al caso sia nella narrazione stessa
anche in forma di dialogo, sono seguite dalle note di Luigi Maria Piarulli ed
eccoli i nomi : BALBUZIE, ESSERE ADOLESCENTI, PERDONARE, L’ABBRACCIO
PRIMORDIALE, AMORE INSANO, ESSERE GENITORE, PREGIUDIZIO, DESIDERIO, IL TRAUMA,
ANORESSIA, LA MENZOGNA, DEPRESSIONE. Può una sola parola condensare una storia?
Certo che può e a volte può addirittura racchiudere una vita intera. Lorena
Bianchi riesce a narrare facendo sì che il lettore si senta parte egli stesso
di queste sedute di psicoterapia perché quel che racconta è il vissuto non di
un singolo individuo ma di uno dei tanti che siamo anche noi e chi ci è intorno
perché nessuno porta una diagnosi scritta in fronte, perché forse non esistono
diagnosi ma solo i silenzi che sono necessari all’ascolto e la lettura è anch’essa
esercizio di silenzio. Ogni frase è accuratamente scelta, non ci sono pensieri
fuori posto e leggere è portare equilibrio in queste storie di vite malconce a
cui ci affacciamo come spettatori senza mai guardare negli occhi i
protagonisti, magari però ci sentiremo spinti a cercare lo sguardo di chiunque
ci capiterà di incontrare d’ora in poi anche per un solo istante, senza la
necessità di pronunciare neanche una parola.
Lorena Bianchi “il viaggio non è
privo di ombre – 12 racconti di vita in psicoterapia” – prefazione di Michela Morri - Raffaelli Editore 2021