“RADIO KILLED THE VIDEO STAR...ON
MONDAY”
La rubrica “Radio killed the video star...on monday”
si occupa di quelle radio (web-radio e fm-radio) che gratuitamente offrono
spazio alla musica emergente / indipendente, nel tentativo di dare visibilità a
certe sonorità per il solo piacere di farlo; con lo stesso piacere quest’oggi
ospitiamo una radio dal nome che molto richiama la letteratura: siamo dentro un
libro o dentro una radio?
“Nasce per gioco, in nome della libertà, una libertà
che tentano ogni giorno di toglierci. Cerchiamo di riprendercela prima che sia
troppo tardi. Buon ascolto su Radio Hemingway “ già basterebbero queste parole
di introduzione che si leggono sulla home-page, basterebbero a far decidere per
un ascolto più che attento alla ricerca della libertà che sia quella suggerita
da una canzone, o dalla pagina di un libro, o da un paio d’ali; un po’ di tutto
questo lo ritroviamo nelle trasmissioni di questa web radio e per scoprire
cos’altro, oltre ad ascoltarla, abbiamo fatto qualche domanda a Renato Francia
che ne è il direttore artistico.
Innanzitutto Renato
grazie per aver accettato di farci conoscere un po’ meglio Radio Hemingway e a
proposito: chiarito che è nata per gioco ma...grazie a chi? In quanti eravate e
a chi per primo (e quando) è venuta l’idea di far nascere una radio?
Intanto grazie a te per averci coinvolto, Radio Hemingway
nasce ufficialmente cinque anni fa da un gruppo di tre amici, come diciamo nella
nostra home page nasce per gioco, la curiosità di vedere come si poteva
trasmettere via web, all’inizio utilizzando gli spazi gratuiti che si trovano
sul web stesso, poi dopo pochi mesi la decisione di fare le cose seriamente con
spazi a pagamento che garantiscono una migliore qualità e qualche opportunità
in più. Credo che in fondo per chi ci lavora oggi, gratuitamente, nessuno di
noi percepisce un compenso, sia ancora un gioco un bellissimo gioco fatto
seriamente.
La storia dietro il nome?
Qui la cosa si complica, dietro al nome c’è la passione
per la letteratura, in realtà il nome nasce da una situazione di disagio,
qualche anno prima di Radio Hemingway, in un periodo di crisi lavorativa dovuta
ad un licenziamento, con un amico, uno dei fondatori della Radio tentammo di
aprire un locale, una specie di club dove alla parte enogastronomica unire la
musica e la letteratura, il progetto iniziale era ambizioso e rimase un sogno
nel cassetto per l’impossibilità di finanziarlo, come sai se non hai garanzie
da offrire nessuna banca di “presta” i soldi, e cosi niente fondi niente
Hemingway Club. Anni dopo, risolti i problemi di lavoro il “gioco” della radio
ed il nome è stata una ovvia conseguenza.
Nata in nome della
libertà, le radio sono sempre state associate al desiderio di libertà ...la
radio nasce “libera” in quanto spazio dove in teoria dar voce a chiunque, dove
far ascoltare la musica più disparata e programmi originali spesso legati al
territorio dove è la sede; tutto ciò è ancora valido al giorno d’oggi? Quanta
aria “libera” si respira ancora magari con le dovute differenze fra radio fm e
web radio?
Come dici tu la “Radio” nasce con l’idea di libertà,
un’idea che si basa su diversi concetti, quello della libertà di poter fare
altro mentre la ascolti ad esempio come dice Finardi nel suo brano “La Radio”
del lontano 1976: “Con la radio si può
scrivere, leggere o cucinare. Non c'è da stare immobili seduti lì a guardare. E
forse proprio questo, che me la fa preferire: è che con la radio non si smette
di pensare.”. Il secondo concetto di libertà è legato alla possibilità di
decidere cosa mandare in onda, avrai notato che spesso sulla nostra radio vanno
insieme a brani di artisti noti ed affermati i brani di artisti poco noti ai
più, molti di loro trovano spazio solitamente al di fuori dei circuiti
ufficiali, e la libertà di dare spazio a chi non è “legato” alle grandi
etichette che rende libera la Radio. Certo fare una scelta di libertà comporta
alcune scelte coraggiose, noi ad esempio abbiamo scelto di non mandare in onda
pubblicità per non essere condizionati dagli eventuali inserzionisti, e siamo
convinti che questa sia una scelta che alla lunga paga in termini di qualità ed
ovviamente di libertà.
Credo che il futuro
della radio, almeno di quella “libera” passi necessariamente per il web: le
frequenze per le modulazioni di frequenza sono ormai tutte occupate
esclusivamente da grandi network e per entrare nel settore fm servono spese
iniziali molto alte con una necessità dunque di avere subito un fatturato; il
web diventa l’unica possibilità per chi la radio ha desiderio di farla ma anche
la “direzione” scelta dagli ascoltatori che sempre più vi si indirizzano.
Quando le web radio entreranno nelle autoradio assisteremo alla fine delle
radio fm?
Personalmente ritengo che anche con l’avvento della radio
Web, la cara vecchia radio FM con il suo gracchiare rimarrà ancora in auge per
vari decenni, la radio web è quel qualcosa in più che permette a tanti
appassionati di trasmettere ed ascoltare la radio. D'altronde la scomparsa
della radio FM comporterebbe con molta probabilità un’eccessiva
regolamentazione, l’ingresso dei colossi dei media e la scomparsa dei piccoli
editori web ancora una volta con la limitazione della libertà di informazione,
notoriamente già scarsa in questo Bel Paese.
Il tuo è più amore per la radio o per la
musica?
Fin da giovanissimo ho avuto un irrefrenabile passione
per la musica, spendevo la mia “paghetta” in quelli che all’epoca chiamavamo LP
per poi ascoltarli fino a consumarli sul famoso stereo di selezione del Readers
Digest. Poi per un caso fortuito ho iniziato a lavorare in una delle prime
radio libere di Roma, e da lì è nata la passione per la radio, ai tempi la
radio si faceva ancora con due piatti su cui si faceva “girare” la musica, Era
il tempo delle dediche fatte in diretta e dei dibattiti telefonici mandati in
onda senza censura alcuna.
“Glocal” è una
sorta di nuovo termine che sta a indicare proprio la possibilità offerta dalla
nuove tecnologie di estendere al mondo intero l’offerta di arte che di partenza
è invece locale, questo vale anche per le web radio. Una bella opportunità o
solo una grande responsabilità?
“Glocal” è
sicuramente una grande opportunità, oggi con la nostra piccola radio arriviamo
in tutto il mondo, ed insieme a noi la musica ed i format che mandiamo in onda,
ma credo sia anche una grossa responsabilità da più punti di vista, intanto la
costanza, iniziare l’avventura radiofonica e poi terminarla perché non si fanno
migliaia di ascolti o perché il lavoro che una web radio “seria” impone è
estremamente elevato nuoce a tutte le web radio, un ascoltatore che vede
sparire le radio le vedrà come un gioco e non come una realtà che può fare
qualcosa di innovativo nel mondo dei media, quindi ritengo che gestire una web
radio in questo momento sia una responsabilità nei confronti sia di chi ascolta
sia di chi come noi trasmette, nonché nei confronti di coloro che producono i
format e di coloro che ci inviano la loro musica.
Nelle vostre
programmazioni trovano spazio sia brani conosciuti e autori famosi che brani di
autori emergenti spesso sconosciuti al pubblico e questo rende ancora più
interessante la playlist permettendo all’ascoltatore di scoprire qualcosa di
nuovo. Che tipo di riscontro avete da parte di chi vi segue per questo tipo di
scelta?
Io
credo che il mix sia premiante proprio per quello cui accennavi tu, la
possibilità di conoscere e riscoprire la musica nota e di scoprire nuovi autori
meno noti ma certamente non meno validi, Questo impone però un’attenta
selezione perché mandare in onda di tutto indipendentemente dal livello
musicale rischia di diventare controproducente, mutuando una frase famosa direi
che: “la vita è troppo breve per ascoltare brutta musica”;
Da esperto in
materia vorrei la tua opinione sulla “salute” della nuova musica prodotta in
Italia e che tipo di differenze trovi ci siano con quella prodotta fino a
qualche anno fa, magari anche in riferimento alla crisi del mercato
discografico.
Purtroppo oggi la crisi, vera o presunta, del mercato
discografico non consente l’emergere di nuovi artisti e così si punta sui nomi
di una volta, ma è poi vero che non ci sono più i cantautori o le band in grado
di fare musica come si faceva una volta? Io credo non sia cosi, da questo punto
di vista le case discografiche puntano sul successo facile che è di fatto
quello indotto dai “Talent”, ormai emergono quei tre o quattro cantanti che
vincono uno dei tanti talent che affollano le reti televisive, credo ce ne sia
almeno uno per ogni grosso gruppo editoriale, ma la realtà è che si tratta di
un successo effimero, quanti di loro durano più di una stagione, basta poco per
essere dimenticati, una nuova stagione televisiva ed il nostro talento viene
dimenticato, sono veramente pochi quelli che rimangono in auge. Io sono
convinto che si faccia ancora tanta buona musica, il difficile è scoprirla, se
è vero che il mondo del web con i social offre l’opportunità di presentarsi al
pubblico è anche vero che è spesso dispersivo, tra i milioni di video
pubblicati sui canali come you tube o simili è quasi impossibile andare alla
ricerca di nuovi talenti, anche per questo il ruolo delle web radio può essere
importante nel rilanciare un panorama musicale importante che si sta perdendo.
La musica può riservare ancora sorprese a
conoscitori esperti?
Ti
rispondo in maniera sintetica: certamente. E credo che la riprova di ciò sia
proprio nei brani che come noi trasmettono molte web radio.
Un consiglio da dare a chi volesse
sottoporvi del materiale da mandare in onda?
Più che un consiglio è un invito inviateci i brani in
formato MP3 o Wav, i link su you tube con bellissimi video sono
interessantissimi ma ci costringono ad un lavoro spesso eccessivo, corredate i
brani con una breve nota su di voi e sulla vostra produzione, inviate sempre
più di un brano per dare a chi vi ascolta la possibilità di farsi un’idea
completa su di voi, insomma dateci una mano a scoprirvi, un’ultima cosa siate
pazienti, tutti noi lavoriamo in radio come secondo lavoro e non sempre riusciamo
a rispondere in tempi rapidi per mancanza di tempo.
Come è
possibile contattarvi?
Attraverso
tutti i mezzi canonici, facebook, Mail Twitter, whatsapp ed sms, non ti do qui
tutti i riferimenti, ma sono facilmente reperibili sul nostro sito.
Avresti un artista emergente da
consigliarci e da andare subito ad ascoltare?
In
questo modo mi spiazzi, citarne uno solo sarebbe fare torto agli altri e quindi
te ne cito più di uno, a nostro giudizio tutti molto bravi: Rossella Fornaroli,
I Fanastici, Tokarev, i Dea, e tanti altri ma se ti capita ascolta Silvano
Staffolani, magari lo conosci già ne vale la pena. Veramente difficile, fosse
per me citerei tutti quelli che abbiamo in onda in questi anni di lavoro in
radio.
Grazie
Renato e a tutti voi buon ascolto su www.radiohemingway.net (ma prima scoprite qui di seguito Rossella Fornaroli e I Fanastici consigliatici da Renato).
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