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martedì 7 gennaio 2020


Dopo la prigionia dal Settembre 1943 al Settembre 1944 e la sosta forzata in Germania per un altro anno ancora, Igino Gobbi riesce a rientrare in Italia e a tornare a casa ma niente potrà più essere come prima, lui non potrà più essere quello di prima e lo dice nel libro con queste parole “Nei giorni successivi l’unica persona che mi fece notare il cambiamento fu la piccola Ilde. Ricordo un pomeriggio in cui mi si avvicinò, e guardandomi negli occhi con l’innocenza tipica dei bambini mi disse: “Ma perché non ridi più come prima?” Fu lì che mi resi conto che dovevo dimenticare.” “Ero riuscito a sopravvivere, ora dovevo vivere”. Eppure a un certo punto sarà necessario ricordare, anche se fa male, fa molto male. Sarà il pensiero alla vita sottratta a tanti ragazzi e ai loro occhi, come dice Igino : “perché gli occhi di chi guardando al cielo chiede umilmente “perché” non si possono dimenticare.

 



RIDERE
(testo e musica Silvano Staffolani - ispirato ai racconti di Igino Gobbi)
Riprenderò 
a ridere
perché ho bisogno
di vivere
dopo tanto sopravvivere
e per non stare più male
scelgo di 
dimenticare
lo confesso ci ho provato   

ma oggi è tempo
di ricordare
perché gli occhi di chi
guardando al cielo
chiede umilmente
perché
non si possono
dimenticare
lo confesso ci ho provato  

E anche se oggi
fa sempre male
ritorna il pensiero
a quel lungo viaggio
così la mia risata
sarà la vergogna
di chi ha tentato
di spegnerla
lo confesso ci ho provato   


Igino Gobbi ex Matricola n° 151866. prigioniero in Germania nel campo di lavoro nazista di Wlfsburg dal Settembre 1943 al settembre 1944


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