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lunedì 19 agosto 2019

John William Waterhouse - The Siren - 1900
"L'isola che c'è", un titolo provvisorio per uno spettacolo della compagnia "il cantiere dei sogni" in preparazione da qualche mese. Dentro il copione, che è una libera interpretazione della storia di Peter Pan, ci sono finiti diversi "quadri". Il cantiere dei sogni mette in scena un teatro molto sensoriale, dove non sono coinvolti solo la vista e l'udito ma sia i suoi attori che il pubblico dovranno utilizzare tutto il loro corpo e comunicare attraverso le possibilità che questo offre. L'isola che c'è diventa dunque un luogo reale dove vivere i sogni (in fondo la finalità del teatro è proprio quella, inscenare un sogno e rendere tutto possibile sopra un palcoscenico, senza nessun limite imposto), ciascuno ha la sua isola da trovare e scoprire. In questa canzone avviene l'incontro del protagonista con le sirene, due diversità a confronto : uno ha le gambe per camminare e le altre la coda per nuotare; due mondi contrapposti che solo uno sguardo distratto può considerare incompatibili, senza possibilità alcuna di contatto e relazione eppure..."c'è un posto sulla riva del mare dove le onde puoi indossare e uno scoglio dove riposare giusto un po' prima di ripartire"...così come c'è un modo di camminare se non hai le gambe e un modo per nuotare se non hai la coda. L'isola che c'è dà possibilità a tutti, a prescindere da chi/come si è, di vivere ed esprimersi al meglio valorizzando le proprie capacità. Tutti possono essere disabili nel momento in cui smettono di sognare e si arenano su di un solo punto di vista che limita ogni orizzonte. Cerchiamo un po' di capire insieme come l'impossibile non debba mai diventare un credo assoluto.   
per approfondire :


IL CANTO DELLA SIRENA
(testo e musica Silvano Staffolani)

In un giorno di pioggia di sole
può capitare di vedere il mondo sparire
e tutto intorno acqua solo acqua
e niente a cui aggrapparsi
serrando le palpebre potrebbe comparire
un ponte di colori da camminarci sopra
ma quando poi ogni suono
si farà molto distante
rimarrà solo un pensiero
che non potrai zittire
come farai a camminare
se non hai le gambe
come farai a nuotare
se non hai la coda
Ma c’è un posto sulla riva del mare
dove le onde puoi indossare
e uno scoglio dove riposare
giusto un po’ prima di ripartire

In un giorno di nebbia e buio
può capitare di vedere il mondo sparire
e tutto intorno acqua solo acqua
e niente a cui aggrapparsi
quasi come un lamento
che cresce di volume
ti avvolge il nostro canto
e non ti lascia più
dimentica gli affanni
dimentica i dolori
rimarrà solo un pensiero
che non potrai zittire
come farai a camminare
se non hai le gambe
come farai a nuotare
se non hai la coda
Ma c’è un posto sulla riva del mare
dove le onde puoi indossare
e uno scoglio dove riposare
giusto un po’ prima di ripartire
Ma c’è un modo per camminare
se non hai le gambe
c’è un modo anche per nuotare
se non hai la coda
Ma c’è un modo per camminare
se non hai le gambe
c’è un modo anche per nuotare
senza la coda


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