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lunedì 19 settembre 2016


ISTRUZIONI PER L'USO 

02 – CHI MI HA UCCISO?
(testo estrapolato dal libro “Chi mi ha ucciso?” di Giancarlo Trapanese – musica Silvano Staffolani)

"Scuserete questo sguardo un po’ sorpreso ma
ho come l’impressione di essere già stato qua
e dunque se potete togliermi dall’imbarazzo di
ricordare i visi ma non i vostri nomi.
Gradirei poi sapere perché
tutti sembrano aspettare me
e se questo poi è un arrivo
non mi risulta di esser mai partito.
Il tempo può scorrere da ieri a domani
ed anche al contrario per cui capirete se
mi ritrovo un po’ confuso non so dove sono
ma so solo che è la prima volta che vivo davvero.
Gradirei poi sapere di te
dell'amore alla tua epoca
fin dove potremmo mai arrivare
e se spazio e tempo
ci potranno mai fermare.

Sì da qui…no non usciamo più."

CHI MI HA UCCISO? recensione del libro di Giancarlo Trapanese (italic pequod edizioni - 2015)
(già apparsa su questo blog in data 14 dicembre 2015)
Metti che ti presentino un libro il cui soggetto è “invito a cena con delitto”, la prima cosa che puoi pensare è che il tutto sarà estremamente banale e scontato visto quanti altrettanti scrittori si sono cimentati proprio con un argomento simile; può esserci la possibilità che, dato il punto di partenza, il tutto possa svilupparsi in maniera originale e/o comunque appassionare il lettore che viene a trovarsi tra le mani il volume scritto dall’autore Giancarlo Trapanese?
L’autore...e già, qui cominciano le prime sorprese perché abbiamo un autore certo che è proprio il suddetto giornalista scrittore ma, fin dalle prime pagine, si entra in contatto con un altro autore (e di quest’ultimo non ci è dato sapere il nome) ed è il misterioso latore delle lettere che alcuni personaggi hanno ricevuto, missive in cui li si invita a passare un fine settimana in una villa dove avrebbero ricevuto importanti comunicazioni a loro riservate.
I personaggi...ovviamente se c’è un autore ci sono anche i personaggi, si può però avere la certezza di sapere a quale categoria apparteniamo?
Si capisce fin dalle prime pagine che non troveremo niente di così rassicurante come una storia già letta, e se ci si aspettava una rilettura del classico giallo con il maggiordomo che ha sempre tutte le colpe ebbene la sorpresa è doppiamente piacevole perché la storia prende subito strane pieghe, a volte metafisiche, e ogni qualvolta finalmente si ha la certezza di aver dissipato la matassa e scoperto per primo il perché...ci troviamo di punto a capo.
Non c’è il timore si svelare la trama se si racconta che, ebbene sì, c’è una villa isolata, ci sono gli invitati a cena e...c’è un delitto ma tutto questo diviene una sorta di ricamo intorno alle vicende che, in qualche modo sono vicende dove qualsiasi lettore può riconoscere un po’ di sé stesso. I personaggi sono tutti ben identificati nei loro caratteri (sarà forse perché sono personaggi che provengono da altri libri?) e sembra di conoscerli da sempre, lo scrittore veramente grande è quello che con poche parole riesce a farti “vedere” ciò di cui sta parlando e in questo caso capiterà più volte di sentirsi osservatori presenti molto ma molto da vicino.
Le domande che man mano leggeremo nei dialoghi sono le stesse che spesso tutti noi ci facciamo, e magari alcune riflessioni ci aiuteranno ad avere alcune risposte che mai ci sono arrivate.
Possiamo sentirci vicini a qualcuno distante nello spazio e/o nel tempo? Possiamo cambiare in qualche modo il nostro destino o influenzare quello di chi abbiamo vicino? E’ data a tutti questa possibilità?
Giancarlo Trapanese prova a farci ragionare sull’argomento e fornisce alcune indicazioni utili affinché possiamo trovare la risposta più giusta per ciascuno di noi e che è possibile solo con la dovuta attenzione ai particolari che una vita troppo distratta spesso non considera.
Partendo da quella che potrebbe sembrare dunque una banalissima cena con delitto si arriva a concepire una storia sorprendentemente originale dove il tempo e lo spazio si fondono e il presente corre il rischio di dilatarsi cancellando ogni possibilità di futuro, non è forse una paura comune?
Vi renderete conto una volta terminato il libro che è già tempo di riprenderlo in mano, perché i personaggi che ci hanno salutato solo alcuni istanti fa attendono solo noi per tornare in vita, mica per una stanca e inutile ripetizione bensì per una ulteriore “parallela” possibilità.
Buona lettura.




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