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giovedì 14 aprile 2016



Ecco i suoni che dalle Marche partono verso ogni possibile destinazione perché i confini non esistono per chi non si pone limiti. Come la morfologia terrestre di questa regione comprende ogni tipologia possibile è così anche per il carattere dei suoi abitanti che non manca di riflettersi anche nell’arte e nella musica che viene prodotta, sempre e comunque un vero “suono di marca” e di cui qui si va a trattare.   




DAVIDE PAGNINI - MASCHERE - 2015


Davide Pagnini si muove con passo esperto all’interno di un ottimo cantautorato pop, tra dialoghi di pianoforte e chitarra acustica con la delicatezza dei suoi testi, spesso piccoli racconti per immagini e dediche al proprio io e riflessioni poetiche. Sorprende nei repentini cambi d’atmosfera e stile, necessari quando servono a dar forza alle parole e a consegnarle all’ascoltatore quasi sempre con dolcezza e come ripiegate, prezioso tesoro, dentro un drappo di velluto; sorprende quando ci prende per mano per accompagnarci nel suo mondo dove non c’è quasi mai bisogno di “chiedersi perché”.  Fate attenzione quando ascoltate il suo album perché ogni canzone merita attenzione, come quei libri che più vi colpiscono e che vanno assaporati con le dovute pause, per assimilare quanto letto, certi di poter poi essere pronti a proseguire nel racconto; qui ogni brano è un piccolo universo che ne racchiude altri, figurarsi la bellezza di scoprirli un po’ alla volta ad ogni riascolto. “Alla follia”, “Tornerà da sé”, tante riflessioni sul tempo e sul rapporto con gli altri.  “A prendersi troppo sul serio motivo più non c’è” canta Davide in “Stella” eppure quando, come nella canzone, c’è chi è consapevole di non poter rifuggire da un’orbita intorno alla propria stella come si può non prendersi sul serio? E per tutti quelli che sono stanchi di sentire consigli su consigli perché non lasciarsi cullare dalla musica che da sola riesce a trasportarci veramente lontano magari sulla riva di un “mare” neanche poi così distante? E in effetti basterebbe far dire a ognuno di noi che “io non sono il tuo passato - io non sono il tuo futuro - io sono il tuo presente e allora vivimi davvero” che altro aggiungere? Qualcosa ci sarebbe, facciamo parlare “il mimo” : “sono lo sguardo di un mimo che imita se stesso” in una atmosfera non proprio da piazza dove il mimo - generalmente - si esibisce, nel tentativo di protrarre quel gioco che lo vede alle prese con un mondo immaginario che lo comprime, lo dirige, lo costringe; immaginatevi invece un piccolo palco di un club fumoso (ah già, non si può fumare più nel club...e allora sarà un club con bicchieri di wiskey ai tavoli) dove il mimo si racconta tra una maschera e l’altra ci sembrerà di intravedere un po’ Davide Pagnini e un po’ noi stessi. Aspettate, rimaniamo ancora un po’ in questo club, dove ciascuno di noi può sentirsi un grande “Ballerino di jazz” e risvegliarsi insieme (o iniziare a sognare, fate voi). Non ve l'avevo detto vero? Siamo a Pesaro! E ora non resta che augurarvi buon ascolto.
www.davidepagnini.com

1. Ballerino di jazz 
2. Alla follia
3. Stella 
4. Mare  
5. Chiedersi perché  
6. Vivimi davvero
7. L’impalcatura trema
8. Il mimo 
9. Rosso di sera  
10. Parla il vento
11. Tornerà da sé
12. Alibi di vetro 
Bonus Track: Mio figlio sarà un avatar



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